Il Ftse Mib recupera terreno nel finale ma chiude in flessione dello 0,5% a 20.415 punti, sottoperformando gli altri listini continentali. Terminano poco sotto la parità il Dax di Francoforte (-0,2%), il Cac 40 di Parigi (-0,1%) e l’Ibex 35 di Madrid (-0,2%). Invariato il Ftse 100 di Londra mentre a Wall Street gli indici viaggiano contrastati con il Nasdaq in frazionale ribasso.
L’effetto positivo innescato dall’annuncio dei nuovi colloqui, in programma la prossima settimana, tra Stati Uniti e Cina ha parzialmente perso efficacia mentre tornano a farsi largo le preoccupazioni legate alla Turchia dopo che una corte d’appello del Paese mediorientale ha respinto la richiesta di libertà del pastore americano Andrew Brunson, preparando il terreno per un nuovo round di sanzioni. Inoltre, il ministro del Commercio, Ruhsar Pekcan, ha affermato che Ankara continuerà a rispondere ai dazi americani, “in linea con le regole dell’Organizzazione mondiale del commercio”.
La lira turca riprende a scendere dopo tre giorni di pausa riportando il cambio con il dollaro a 6,08. Il biglietto verde perde terreno invece nei confronti dello yen (USD/JPY a 110,5) e dell’euro, che torna a 1,14 sostenuto anche dalla lieve accelerazione dell’inflazione (+2,1% a luglio). Negli Usa, l’indice principale registra una lieve accelerazione a luglio (+0,6%) superando le attese.
Sull’obbligazionario il rendimento del Btp decennale scende dai massimi di giornata e si posiziona in area 3,11%, riducendo lo spread dal Bund di pari scadenza a circa 280 punti base.
Fra le materie prime rimbalzano leggermente le quotazioni del petrolio, con Wti e Brent rispettivamente a 66 e 71,9 dollari al barile, dopo i recenti ribassi in scia all’inatteso aumento delle scorte americane e alle turbolenze globali che minacciano di ridurre la domanda di greggio.
A piazza Affari si muove in controtendenza ATLANTIA (+5,6%), agevolata dal parziale rallentamento sulla revoca della concessione. Intanto S&P ha già messo sotto osservazione il rating sulla Società e sulle controllate Autostrade per l’Italia e Aeroporti di Roma mentre Moody’s potrebbe rivedere il giudizio laddove ci fosse effettivamente l’intervento del governo sulla concessione.
Bene anche CNH (+1,15%), MEDIASET (+0,95%) e FINECO (+0,3%). Sottotono i bancari UBI (-3,5%) e BANCO BPM (-2,95%). Deboli SAIPEM (-3,3%), LEONARDO (-2,4%) e STM (-2,3%), quest’ultima in scia all’outlook debole delle statunitensi Nvidia e Applied Materials.