Intorno alle 15:40 il Ftse Mib, in perdita dello 0,9%, resta in coda agli eurolistini con segni rossi diffusi sulla maggior parte delle big cap mentre torna a salire lo spread. Deboli anche il Dax di Francoforte (-0,5%), il Ftse 100 di Londra (-0,4%), il Cac 40 di Parigi (-0,4%) e l’Ibex 35 di Madrid (-0,3%). Oltreoceano partenza poco mossa per Wall Street dopo la buona performance della seduta precedente.
Sembra essersi esaurito l’effetto positivo innescato dall’annuncio dei nuovi colloqui, in programma la prossima settimana, tra Stati Uniti e Cina mentre tornano a farsi largo le preoccupazioni legate alla Turchia dopo che una corte d’appello del Paese mediorientale ha respinto la richiesta di libertà del pastore americano Andrew Brunson, preparando il terreno per un nuovo round di sanzioni. Inoltre, il ministro del Commercio, Ruhsar Pekcan, ha affermato che Ankara continuerà a rispondere ai dazi americani, “in linea con le regole dell’Organizzazione mondiale del commercio”.
La lira turca riprende a scendere dopo tre giorni di pausa riportando il cambio con il dollaro a 6,12. Il biglietto verde perde terreno invece nei confronti dell’euro, che torna a 1,14 sostenuto anche dalla lieve accelerazione dell’inflazione (+2,1% a luglio), e dello yen (USD/JPY a 110,5).
Sull’obbligazionario il rendimento del Btp decennale risale al 3,15% e lo spread dal Bund di pari scadenza si porta nuovamente in area 285 punti base.
Fra le materie prime rimbalzano di oltre un punto percentuale le quotazioni del petrolio, con Wti e Brent rispettivamente a 66,3 e 72,4 dollari al barile, dopo i recenti ribassi in scia all’inatteso aumento delle scorte americane e alle turbolenze globali che minacciano di ridurre la domanda di greggio.
A piazza Affari si muove in controtendenza ATLANTIA (+5%), agevolata dal parziale rallentamento sulla revoca della concessione. Intanto S&P ha già messo sotto osservazione il rating sulla Società e sulle controllate Autostrade per l’Italia e Aeroporti di Roma mentre Moody’s potrebbe rivedere il giudizio laddove ci fosse effettivamente l’intervento del governo sulla concessione.
Bene anche MEDIASET (+1,1%), A2A (+0,6%) e FINECO (+0,4%). Sottotono i bancari, in concomitanza con la risalita dello spread, in particolare UBI (-3,8%) e BANCO BPM (-2,8%). Deboli SAIPEM (-2,9%) e STM (-2,8%), quest’ultima in scia all’outlook debole delle statunitensi Nvidia e Applied Materials.