Altra giornata nera in Borsa per le società che gestiscono in concessione le autostrade italiane che scontano la determinazione del Governo a sospendere la concessione autostradale ad Autostrade per l’Italia (Aspi) dopo il crollo del ponte Morandi di Genova.
Il ribasso maggiore è ancora quello di Atlantia, controllante di Aspi, che intorno alle 16:20 segna un calo del 6,7% a 18,1 euro, dopo aver tentato un recupero venerdì chiudendo in rialzo di oltre il 5 per cento. Torna a scendere anche la capitalizzazione di mercato di Atlantia, pari a circa 14,9 miliardi, contro i 16 circa della chiusura di venerdì e i 20,5 miliardi di lunedì, prima del crollo del viadotto.
Vendite anche su Astm (-3,1%) e Sias (-4,5%), le concessionarie autostradali di proprietà del gruppo Gavio, oltre ad Autostrade Meridionali (-3%), controllata al 56% da Autostrade per l’Italia.
Nel fine settimana Autostrade per l’Italia ha annunciato la propria disponibilità a stanziare 500 milioni per coprire i costi e a ricostruire il ponte in otto mesi, ma per il Governo si tratta solo di un risarcimento parziale.
Secondo Equita, “bisognerà quindi valutare se si arriverà a degli accordi sui contratti esistenti e quali saranno le modifiche che il Governo introdurrà per il rinnovo delle concessioni”. Per Atlantia la concessione di Aspi “incide per circa il 40% dell’Ebitda post-minorities del gruppo con 20 anni di vita residua, quindi una negoziazione sulla continuazione del contratto è fondamentale per evitare lo scontro legale”, la soluzione più negativa per il gruppo, aggiunge Equita. Per gli analisti “la volontà del governo di modifica dell’intero regime regolatorio crea incertezza nel settore”.