Wall Street chiude la settimana in controtendenza mantenendo brillantemente le posizioni malgrado le difficoltà dei mercati europei e la discesa della Borsa di Shanghai ai minimi degli ultimi due anni.
Alla base della tenuta dei listini americani si rafforza la volontà di ripresa dei negoziati commerciali tra Stati Uniti e Cina prima del vertice tra i due presidenti, Trump e Xi, a novembre.
Nell’ultima seduta, Dow Jones e Russell guadagnano lo 0,4%, S&P500 lo 0,3% e Nasdaq solo lo 0,1 per cento.
In after hours, Tesla perde quasi il nove cento in quanto gli investitori intravedono nell’intervista di Elon Musk al New York Times alcune difficoltà nella produzione del Modello 3 in aggiunta ad un warning di UBS. Graficamente, il titolo ha bucato al ribasso la media mobile a 200 giorni.
Per la settimana, il Dow Jones è salito del 1,4% e raggiunge il livello più elevato dal 26 febbraio, mentre lo S&P 500 guadagna lo 0,6% ed il Nasdaq lascia sul terreno, invece, lo 0,3 per cento.
Petrolio in rialzo dello 0,7% a 65,9 dollari al barile, ma in calo del 2,5% nella scorsa ottava e per la settima settimana consecutiva su timori di un calo della domanda mondiale in scia alle tensioni commerciali globali.
Mercato obbligazionario invariato con il rendimento del Tbond che si conferma al 2,87% rispetto alla seduta precedente.
Sul mercato valutario, dollaro in ritirata dopo le accelerazioni che hanno messo messo in difficoltà le divise emergenti ad inizio settimana.
Il biglietto verde arretra di mezza figura rispetto alla moneta unica a 1,144.