Dalla lettura dei dati di Eurocontrol, organizzazione europea per la sicurezza del traffico aereo, si apprende che a luglio le rotte di sorvolo dello spazio aereo italiano (con o senza scalo) hanno registrato una crescita del 9,6% su base annua, in lieve frenata dopo il +11% riportato a giugno.
Nei primi sette mesi del 2018 i volumi di traffico sono aumentati dell’8,9% rispetto al pari periodo dello scorso anno. Si segnala che il primo trimestre, che si è chiuso con il +7,6%, solitamente è quello con i volumi di traffico più bassi dell’anno. Il secondo trimestre (aprile, maggio e giugno) rappresenta il periodo buono del business, mentre con luglio si entra nel terzo trimestre (luglio, agosto e settembre) che è il migliore dell’anno in termini di volumi di traffico.
Il positivo andamento del traffico è attribuibile, in parte, all’implementazione da parte di Enav del Free Route, un progetto rivoluzionario che ha reso possibile, per tutti i velivoli in sorvolo ad una quota superiore agli 11.000 metri (ora 9.000 metri), di attraversare i cieli italiani con un percorso diretto. Grazie all’abbassamento della quota Free Route, il beneficio complessivo atteso per le compagnie aeree è quantificabile in circa 5 milioni di euro all’anno.
L’unico fattore, ancora in parte limitante, è la restrizione dello spazio aereo libico, che impatta negativamente sui collegamenti tra Europa e Africa, comportando il venir meno di quelle tratte che prima attraversavano lo spazio aereo italiano.
Il traffico di rotta rappresenta circa il 75% del fatturato di Enav ed è calcolato in termini di unità di servizio, una misura convenzionale ponderata che tiene conto del peso dell’aeromobile al decollo e, nel caso del traffico di rotta, comprende anche la distanza percorsa dall’aeromobile.
Si segnala che per Enav le tariffe si basano su due parametri previsionali, i costi e il traffico, che consentono di mantenere il sistema regolato grazie a uno schema normativo che ripartisce con estrema precisione il rischio tra Enav e le aviolinee, riducendo al minimo l’esposizione al rischio traffico.
Gli eventuali scostamenti rispetto alle previsioni di traffico vengono infatti bilanciati alla fine di ogni anno attraverso meccanismi di aggiustamento, il cosiddetto “balances”, sulle tariffe degli anni successivi.