Manca poco meno di un mese all’assemblea di Carige, fissata per il 20 settembre, che dovrà nominare il nuovo board, di fatto decaduto dopo le dimissioni di Giuseppe Pericu avvenute lo scorso 23 agosto.
Nel frattempo il titolo si prende una pausa a Piazza Affari, viaggiando intorno alle 12:00 sulla parità a 0,0093 euro dopo avere aperto in positivo. Ieri le azioni avevano guadagnato il 2,2%, mentre nell’ultimo mese il rialzo è stato superiore al 10 per cento.
Nei giorni scorsi sono state presentate le liste in vista dell’assise. L’ultimo in ordine di tempo ad esprimersi è stato il trio formato da Raffaele Mincione (cui fa capo il 5,4% del capitale e che potrebbe portarsi al 9,9% se non superarlo), Gabriele Volpi (titolare di una quota del 9,1%) e da Aldo Spinelli (che possiede poco meno dell’1% e che si è detto pronto a salire fino al 3% ed eventualmente oltre chiedendo l’autorizzazione a Bankitalia). I tre azionisti hanno siglato un patto di sindacato in cui si impegnano a votare la lista presentata.
I tre soci hanno proposto la conferma dell’attuale Ceo Paolo Fiorentino, con lo stesso Mincione alla presidenza e Bruno Pavesi alla vice presidenza.
Mincione ha sottolineato che “Carige ha necessità di proseguire spedita nel percorso di risanamento realizzato da Paolo Fiorentino in questi mesi, senza dispersioni o perdite di tempo prezioso che un cambio al vertice comporterebbe. La mia candidatura a presidente vorrei fosse letta come impegno a garantire stabilità in un clima di serenità, atto a realizzare gli obiettivi condivisi. L’obiettivo del nuovo governo sarà portare Carige nel più breve tempo possibile ad un’integrazione con un altro istituto bancario, come auspicato più volte dagli organi di vigilanza”.
Nei giorni precedenti era stato Vittorio Malacalza, nel frattempo salito al 23,9% e autorizzato a salire fino al 28%, a presentare la propria lista che prevede Fabio Innocenzi nel ruolo di Ad, Pietro Modiano come presidente e Lucrezia Reichlin alla vice presidenza. L’imprenditore è favorevole a una prosecuzione dell’attività stand alone.
Allo stato attuale sia Malacalza da una parte sia la cordata formata da Mincione, Volpi e Spinelli non avrebbero i numeri necessari per poter far prevalere la propria strategia.
Per questo, secondo indiscrezioni di stampa, potrebbero essere sondati gli azionisti retail (il cui peso viene dato a circa il 20%) o alcuni fondi (a cui farebbe capo circa il 15% del capitale) per stringere alleanze.
Si segnala che nella lista presentata da Mincione è presente Silvio De Fecondo, presidente dell’Associazione dei Piccoli Azionisti.
Si ricorda che qualche giorno fa anche alcuni azionisti di minoranza come Assogestioni, Coop Liguria e Talea avevano presentato una propria lista. Importante sarà capire, inoltre, come si muoverà la Sga, controllata del Tesoro e detentrice del 5,4% del capitale.
Fino al prossimo 11 settembre sarà possibile acquistare azioni sul mercato che potranno essere fatte valere in assemblea.
Infine, secondo altre indiscrezioni di stampa, Mincione avrebbe in mente di proporre un nuovo rafforzamento patrimoniale tramite equity e strumenti convertibili dopo che nelle scorse settimana la Bce ha bocciato l’attuale piano di conservazione del capitale.