Intorno alle 16:00 le Borse europee mantengono un andamento contrastato mentre Wall Street ha aperto poco sopra la parità, dando parzialmente seguito ai rialzi della seduta precedente sostenuti dall’accordo commerciale tra Stati Uniti e Messico.
Il Ftse Mib ha recuperato terreno rispetto ai minimi intraday ma resta in flessione dello 0,3%, così come l’Ibex 35 di Madrid (-0,2%). Lievemente positivi, invece, il Dax di Francoforte (+0,2%), il Cac 40 di Parigi (+0,5%) e il Ftse 100 di Londra (+0,7%).
L’intesa Usa-Messico, che potrebbe presto includere anche il Canada, ha parzialmente allentato i timori per le dispute commerciali internazionali, diffondendo un cauto ottimismo tra gli operatori. Dinamica che ha agevolato un recupero delle principali valute nei confronti del dollaro, su tutte l’euro tornato sopra quota 1,17, mentre il cambio tra biglietto verde e yen viaggia in area 111. A beneficiarne sono soprattutto le materie prime, con l’oro in rimonta oltre 1.213 dollari l’oncia e le quotazioni del petrolio Wti e Brent che si mantengono rispettivamente a 68,9 e 76,7 dollari al barile.
Sul fronte macro si segnala l’accelerazione oltre le attese delle scorte all’ingrosso statunitensi di luglio (+0,7%). In Italia invece si registra la frenata della fiducia di imprese e consumatori, oltre al lieve incremento dei prezzi alla produzione.
Nel comparto obbligazionario lo spread Btp-Bund si ridimensiona a 276 punti, con il rendimento del decennale italiano al 3,14%, dopo l’asta del Tesoro che ha visto una domanda di Ctz quasi doppia rispetto all’offerta. In precedenza, lo spread e il Btp si erano portati rispettivamente in area 283 bp e 3,2%, in seguito alle dichiarazioni del vice premier Luigi Di Maio che non ha escluso il superamento della soglia del 3% da parte del rapporto deficit-Pil.
Tornando a Piazza Affari, continua a soffrire ATLANTIA (-3,5%) dopo le parole di Di Maio e del ministro delle infrastrutture Danilo Toninelli, secondo i quali la ricostruzione del ponte di Genova verrà finanziata da Autostrade ma realizzata da FINCANTIERI (+3%). Venerdì dovrebbero riunirsi i board di Aspi e Atlantia per deliberare sulla risposta da dare al governo, che dal canto suo è intenzionato a revisionare tutto il sistema di concessioni, valutando caso per caso se nazionalizzare o rinegoziare i contratti esistenti. Dinamica che penalizza anche le utilities e in particolare A2A (-3,4%). Deboli le banche, in particolare UBI (-1,3%) e UNICREDIT (-1,6%), oltre a SAIPEM (-2,2%)
Bene invece CNH (+1,9%) dopo l’annuncio di misure di sostegno ai produttori agricoli da parte del dipartimento all’Agricoltura statunitense, PRYSMIAN (+1,5%), PIRELLI (+1,4%) e FCA (+1%) in scia all’accordo commerciale con il Messico.