Il Ftse Italia Banche chiude con un ribasso dell’1,5% e facendo peggio dell’analogo europeo (-0,8%), frenando anche il Ftse Mib (-0,9%).
Sul mercato continuano a prevalere i dubbi sulle misure che il Governo intende predisporre per sostenere la crescita senza appesantire i conti pubblici, nonostante le nuove rassicurazioni del ministro dell’Economia, Giovanni Tria, sul fatto che il tetto del 3% del rapporto deficit/Pil non sarà sforato e che il debito pubblico è sostenibile.
In tale scenario il rendimento del decennale italiano si mantiene oltre il 3% con lo spread rispetto all’omologo tedesco in prossimità dei 280 pb, penalizzando il comparto bancario.
Vendite su tutti i titoli del listino principale, tra i quali però Mediobanca e Intesa Sanpaolo riescono a contenere il rosso nell’intorno dell’1 per cento.
Stesso copione sul Mid Cap, con Mps, Credem e Popolare Sondrio che registrano cali compresi tra il 2,5% e il 4 per cento. Tiene nettamente meglio Creval (-0,5%), il cui cda secondo indiscrezioni dovrebbe riunirsi oggi per convocare, probabilmente ad ottobre, l’assemblea per revocare lo stesso board e contestualmente nominarne uno nuovo.
Tra le Small Cap pausa di riflessione per Carige (flat) dopo gli acquisti delle ultime sedute, a poco meno di un mese dall’assemblea che rinnoverà il board, in vista della quale nei giorni scorsi gli azionisti Vittorio Malacalza e Raffaele Mincione hanno presentato le rispettive liste, quest’ultimo insieme a Gabriele Volpi e ad Aldo Spinelli. Nel frattempo, un paio di banche hanno negato l’interesse per una potenziale aggregazione con la banca ligure, obiettivo dichiarato di Mincione.