Giornata in rosso per gli eurolistini e in particolare per il Ftse Mib, che archivia gli scambi in calo dell’1,3% a 20.495 punti, complice anche la risalita dello spread di oltre 14 bp. Debole anche l’Ibex 35 di Madrid (-1,1%); limitano i danni il Dax di Francoforte (-0,5%), il Ftse 100 di Londra (-0,6%) e il Cac 40 di Parigi (-0,4%). A Wall Street gli indici a stelle e strisce prendono una pausa di riflessione dopo i recenti record, con gli investitori in attesa di sviluppi in merito alle questioni commerciali.
Se da una parte c’è ottimismo per il raggiungimento di un accordo con il Canada entro domani, dall’altra rimangono tesi i rapporti con la Cina, accusata anche di ostacolare Washington nel processo di denuclearizzazione della Nord Corea, cosicché sembra inevitabile l’entrata in vigore di nuovi dazi a settembre.
Cresce intanto la preoccupazione per la situazione in Argentina, dopo la richiesta al Fondo Monetario Internazionale di accelerare il pagamento degli aiuti da 50 miliardi di dollari accordati nei mesi scorsi per contrastare la crisi finanziaria nel Paese. Il crollo del peso ha costretto la banca centrale di Buenos Aires ad innalzare nuovamente i tassi dopo l’ultimo intervento di metà agosto, alzando il costo del denaro al 60% ma la valuta locale resta in ribasso del 20% sul dollaro.
Intanto il biglietto verde riporta il cambio con l’euro in area 1,165, con la moneta unica perde terreno anche nei confronti della sterlina (0,896) in scia alle parole del capo negoziatore per la Brexit Barnier sulla possibilità di un “no-deal”.
Nel comparto obbligazionario spicca il calo dei Btp italiani, appesantiti dal clima di avversione al rischio. Il rendimento del decennale si riporta al 3,2% e lo spread dal Bund si dilata a circa 285 punti base, anche dopo le aste del Tesoro che hanno visto il tasso sul Btp a 10 anni in aumento al 3,25% e quello sui titoli a 5 anni in crescita al 2,44 per cento. Da segnalare che intanto il presidente dell’Autorità Bancaria Europea, Andrea Enria, sarebbe candidato ad essere il prossimo capo della vigilanza bancaria dell’Eurozona.
Tra le materie prime il petrolio scambia ancora in modesto rialzo, con Wti e Brent rispettivamente a 69,8 e 77,7 dollari al barile dopo il calo delle scorte Usa mostrato ieri dai dati settimanali Eia.
Segnali poco brillanti anche dall’agenda macroeconomica, con la conferma del calo della fiducia dei consumatori europei, mentre i dati tedeschi sulla disoccupazione e quelli americani su reddito e spesa personali non hanno riservato sorprese di rilievo.
A Milano soffrono le banche, complice la risalita dello spread, con BPER (-3,8%) fra le peggiori. Si ricorda, inoltre, che ieri Moody’s ha ricordato che gli istituti italiani dovranno rimborsare prestiti alla Bce per 250 miliardi tra giugno 2020 e marzo 2021 e ciò potrebbe causare un aumento dei costi del funding.
Male TENARIS (-5,6%), penalizzata dall’alleggerimento delle restrizioni commerciali nei confronti della Corea del Sud e dell’aggravarsi della crisi in Argentina. Vendite anche su TELECOM ITALIA (-3%), sui minimi da 5 anni, mentre chiude in controtendenza BREMBO (+2,3%). Schivano le vendite anche SAIPEM (+0,8%) e PIRELLI (+0,4%).