Avvio di seduta negativo per Tenaris che, intorno alle 11:20, è la peggiore del Ftse Mib con un ribasso del 2,5% in area 14,65 euro, penalizzata dall’alleggerimento delle restrizioni commerciali nei confronti della Corea del Sud e dell’aggravarsi della crisi in Argentina.
In merito alla questione dei dazi, il Presidente Donald Trump ha confermato ieri le tariffe del 25 e del 10 per cento sulle importazioni di acciaio e alluminio, escludendo però per quanto riguarda l’acciaio Brasile, Argentina e Corea del Sud.
Questi paesi potranno infatti richiedere la sospensione dai dazi su prodotti specifici la cui produzione sul suolo americano risulti insufficiente per quantità o qualità.
Osservata speciale per Tenaris è la Corea del Sud, primo importatore negli Stati Uniti di tubi OCTG, che nello scorso mese di marzo aveva negoziato una riduzione delle esportazioni di acciaio negli Usa a 2,7 milioni di tonnellate all’anno, pari a circa il 70% della media annuale nel periodo 2015-2017, in cambio dell’esenzione dalle sopracitate tariffe.
L’imposizione di questa quota aveva portato ad un aumento dei prezzi, riflessosi nei conti del secondo trimestre di Tenaris in un incremento dell’81,5% dell’Ebitda a 363 milioni, con una redditività salita al 20,3% (+420 basis point su base annuale).
I prezzi ora però potrebbero scendere se venisse approvata l’esenzione per gli OCTG, cosa tutt’altro che scontata, secondo gli analisti, visto il surplus di offerta che si registra sul mercato americano.
Inoltre, sulla performance del titolo pesa l’aggravarsi della crisi in Argentina, dove Tenaris ha una presenza importante e radicata da cui presidia il mercato sudamericano, secondo per importanza a livello di fatturato. Il governo di Buenos Aires, in scia ai nuovi minimi toccati dal Peso nei confronti del dollaro, ha infatti richiesto al FMI l’anticipo del prestito da 50 miliardi di dollari concordato negli scorsi mesi.