Gli eurolistini si apprestano a chiudere in rosso l’ultima seduta del mese, con il Ftse Mib che intorno alle 15:50 cede lo 0,7%, in calo come Dax di Francoforte (-0,8%), Ftse 100 di Londra (-0,6%), Cac 40 di Parigi (-1,2%) e Ibex 35 di Madrid (-0,5%).
Apertura poco mossa, nel frattempo, per Wall Street che consolida i record raggiunti nell’ultima settimana e mantiene un atteggiamento prudente, alla luce dei diversi elementi di incertezza che imperversano sui mercati, a partire dal riaccendersi delle tensioni commerciali.
Mentre proseguono le trattative con il Canada per trovare un nuovo accordo in sostituzione del Nafta, rimangono tesi i rapporti con la Cina e si approssima l’entrata in vigore di nuovi dazi su 200 miliardi di dollari di prodotti provenienti da Pechino. Intanto il presidente Donald Trump ha gettato altra benzina sul fuoco minacciando l’uscita degli Stati Uniti dal Wto, l’Organizzazione mondiale del commercio.
Gli investitori guardano con apprensione anche alla situazione dell’Argentina, dopo il crollo del peso che ha parzialmente contagiato anche gli altri mercati emergenti a partire dalla Turchia.
Tutti elementi che alimentano l’avversione al rischio dei mercati e indirizzano gli acquisti verso i beni più sicuri, su tutti i titoli di Stato di Usa e Germania. In Italia, invece, il rendimento del Btp decennale risale al 3,22%, avvicinando lo spread con il Bundalla soglia dei 290 punti base, in attesa che ab mercati chiusi venga diffusa la revisione di Fitch sul rating sul Paese, attualmente fissato a ‘BBB’ con outlook stabile.
La giornata è stata fitta di dati macroeconomici, fra cui spiccano quelli dell’eurozona sull’inflazione di agosto (in flessione al 2%, dato core all’1%) e sulla disoccupazione di luglio (8,2%, ai minimi da novembre 2008). Da segnalare inoltre il Pil italiano in crescita dell’1,2% nel secondo trimestre e la disoccupazione in diminuzione al 10,4% a luglio, mentre l’inflazione preliminare di agosto ha superato le attese segnando un +1,7 per cento.
Sul Forex il peso argentino tampona i ribassi delle ultime sedute, mentre la lira turca resta in discesa a 6,58 nei confronti del biglietto verde. Ancora in calo l’euro/dollaro a 1,163 mentre guadagnano terreno le valute rifugio yen e franco svizzero.
Tra le materie prime recuperano dai minimi intraday le quotazioni del petrolio, con Wti e Brent rispettivamente a 70 e 77,9 dollari al barile, mentre l’oro staziona poco sopra i 1.200 dollari l’oncia.
Tornando a Piazza Affari, acquisti su SAIPEM (+1,3%), PRYSMIAN (+1,2%) e rimbalzo di TENARIS (+1,2%) dopo lo scivolone di ieri seguito alla decisione degli Usa di esentare dalle tariffe sull’acciaio Brasile, Argentina e Corea del Sud.
In rialzo le utilities ITALGAS (+1,2%) A2A (+1,2%) e SNAM (+0,7%), ben intonata UBI (+0,6%) dopo che Morgan Stanley ha alzato il target di prezzo a 3,70 euro per azione
Vendite sostenute, invece, su PIRELLI (-4,5%), penalizzata dal downgrade di Berenberg a ‘sell’ e su TELECOM ITALIA (-3,3%) sui minimi di circa cinque anni.