Banca Finnat ha archiviato il primo semestre 2018 con un margine di intermediazione pari a 32,7 milioni (-18,7% rispetto al periodo di confronto) per il venire meno della rilevante plusvalenza, pari a 11,7 milioni, conseguita a seguito della vendita della partecipazione in London Stock Exchange. Al netto di questa componente, il margine di intermediazione sarebbe salito del 14% annuo. L’utile netto è diminuito a 2,4 milioni (-79,9% rispetto al primo semestre 2017).
Banca Finnat, nei primi sei mesi del 2018, ha riportato un margine di intermediazione pari a 32,7 milioni (-18,7% a/a).
L’andamento ha risentito della riduzione dei profitti da trading dai 12,7 milioni del primo semestre 2017, che però includevano la plusvalenza da 11,7 milioni legata alla cessione della quota in London Stock Exchange, a 1,5 milioni. Al netto di questa componente, il margine di intermediazione sarebbe salito del 14 per cento.
Positiva la dinamica dei ricavi core, con il margine di interesse aumentato a 5,1 milioni (+19,4% annuo) e, soprattutto, le commissioni nette a 24,9 milioni (+18,7% rispetto al primo semestre 2017). Queste ultime hanno beneficiato della dinamica positiva dell’attività caratteristica e della controllata InvestiRE Sgr.
I costi operativi sono cresciuti a 25,5 milioni (+10,7% rispetto al periodo gennaio-giugno 2017). Nel dettaglio, i costi del personale sono aumentati a 17,7 milioni (+8,7% rispetto al periodo di confronto) e gli altri costi a 7,8 milioni (+15,5% a/a).
Dopo avere contabilizzato rettifiche su crediti diminuite a 1,4 milioni (-37,3% annuo), il risultato netto di gestione si è attestato a 5,8 milioni (-61,2% rispetto al primo semestre 2017).
Il periodo si è chiuso con un utile netto di 2,4 milioni (-79,9% rispetto ai primi sei mesi del 2017), per in venire della suddetta plusvalenza.
Dal lato patrimoniale, a fine giugno gli impieghi salgono a 1,9 miliardi (+8,8% rispetto al 31 dicembre 2017), mentre la raccolta aumenta a 1,7 miliardi (+11,3% rispetto a fine 2017).
Sul fronte della solidità patrimoniale, a fine giugno il Cet1 si attesta al 29,6% (32,6% al 31 dicembre 2017).