Il Ftse Italia Banche chiude la settimana con un pesante ribasso del 4,2% e sotto-performando di quasi due punti percentuali l’analogo europeo (-2,3%), appesantendo anche il Ftse Mib (-2,3%).
Sul mercato continuano a prevalere i dubbi sulle misure che il Governo intende predisporre per sostenere la crescita senza appesantire i conti pubblici. In un passaggio dell’ultimo rapporto sull’Italia ripreso dalla stampa, Fitch ha sottolineato che “Le divergenze fra Lega e M5S renderanno sempre più difficili le scelte economiche del governo. La tentazione di lanciare iniziative costose senza copertura porterà il deficit al limite di rottura. Le banche, in un clima di incertezza, hanno rallentato il ritmo di smaltimento dei crediti in sofferenza”.
In tale contesto lo spread Btp-Bund si riporta dapprima oltre la soglia di 280 punti per poi allargarsi a 290 pb, penalizzando nuovamente il comparto bancario. L’andamento potrebbe risentire anche di quanto sostenuto dall’altra agenzia americana Moody’s, che in un report afferma che gli istituti italiani dovranno rimborsare 250 miliardi di prestiti Tltro tra giugno 2020 e marzo 2021 e ciò implicherà un aumento del costo della raccolta per gli istituti del Belpaese, andando ad impattare sulla loro già debole redditività. Tuttavia, per il settore è arrivata la notizia positiva relativa alla proroga per altri sei mesi della garanzia pubblica (Gacs) nell’ambito della cartolarizzazione degli Npl.
Vendite diffuse su tutti i titoli del listino principale, con Bper (-6,1%) che è risultata essere la peggiore e che secondo rumor di stampa ha negato il proprio interesse per Carige, mentre resistono meglio Mediobanca e Intesa Sanpaolo il cui rosso si è posizionato in area 3 per cento.
Sul Mid Cap limita le perdite Credem (-1,1%), che secondo indiscrezioni ha negato il proprio interesse per Carige, mentre è più significativo il ribasso di Popolare Sondrio (-4,5%) e Mps (-5,3%), quest’ultima nonostante il tentativo di rimbalzo effettuato nel corso della settimana. Calo più contenuto per Creval (-1,1%), con il mercato che resta in attesa di capire come si muoveranno i principali azionisti in vista dell’assemblea del 12 ottobre con all’ordine del giorno la revoca del board.
Tra le Small Cap frena Carige (-2,2%), il cui primo azionista Vittorio Malacalza (con il 23,9% del capitale) in una lettera ha ribadito che continuerà ad investire nella banca. Nel frattempo, la Sga avrebbe intenzione di cedere tutta o parte della quota del 5,4% detenuta nell’istituto ligure, mentre è stato reso noto che il patto siglato da Raffaele Mincione, Aldo Spinelli (che intende salire al 2%) e Gabriele Volpi vincola il 15,2% del capitale. Si ricorda che nei giorni scorsi gli stessi Malacalza e Mincione hanno presentato le rispettive liste in vista dell’assemblea fissata per il prossimo 20 settembre che rinnoverà il board. Pesanti ribassi per Banca Profilo (-7,5%) e Banca Finnat (-8,9%).