Banco Desio ha chiuso il primo semestre 2018 con un margine di intermediazione pari a 204,8 milioni (-2,2% a/a), mentre l’utile netto si è attestato a 13,6 milioni (-25,1% annuo) dopo rettifiche su crediti salite a 46,6 milioni (+54,4% rispetto al primo semestre 2017).
Banco Desio, nei primi sei mesi del 2018, ha riportato un margine di intermediazione pari a 204,8 milioni (-2,2% a/a).
Il margine di interesse è sceso a 105,4 milioni (-8,4% rispetto al periodo gennaio-giugno 2017) per via della politica monetaria espansiva che comprime fortemente i ricavi per interessi. Le commissioni nette sono leggermente aumentate a 81,3 milioni (+1,7% annuo), mentre i profitti da trading sono passati dai 6 milioni del primo semestre 2017 a 8,3 milioni.
I costi operativi sono rimasti stabili a 139 milioni. Nel dettaglio, le spese per il personale hanno registrato un lieve calo a 86,9 milioni (-2,7% a/a), mentre gli altri costi operativi sono cresciuti di poco a 52,1 milioni (+4% rispetto al periodo di confronto). In quest’ultima voce sono inclusi oneri di sistema per 3,9 milioni.
Dopo avere contabilizzato maggiori rettifiche su crediti per 46,5 milioni (+54,4% annuo), per effetto delle rettifiche di valore effettuate per riflettere gli effetti economici complessivi legati al perfezionamento della cartolarizzazione mediante garanzia pubblica (Gacs) e l’applicazione del nuovo principio contabile Ifrs9, il risultato netto di gestione si è attestato a 19,3 milioni (-51,6% rispetto al primo semestre 2017).
Il periodo si è chiuso con un utile netto di 13,6 milioni (-25,1% rispetto ai primi sei mesi del 2017).
Dal lato patrimoniale, a fine giungo gli impieghi sono rimasti stabili a 12,8 miliardi, al cui interno i crediti verso la clientela salgono a 10,9 miliardi (+4% rispetto al 31 dicembre 2017). I crediti problematici lordi ammontano a 741,4 milioni, mentre quelli netti sono pari a 413 milioni, con un coverage ratio del 44,3 per cento. Le sofferenze nette si attestano a 123,7 milioni, con un livello di copertura del 62,6 per cento. Il tutto dopo la cartolarizzazione del portafoglio da 1 miliardo.
Sostanzialmente invariata a 12,8 miliardi la raccolta totale, al cui interno quella da clientela sale leggermente a 9,5 miliardi (+2,7% rispetto a fine 2017).
Sul fronte della solidità patrimoniale, a fine giugno il Cet1 si fissa all’11,18% (11,50% al 31 dicembre 2017).