Bio-on – Una storia di successo con grande potenziale

Il gruppo bolognese si lascia alle spalle un primo semestre decisamente importante in quanto caratterizzato da una serie di obiettivi rilevanti, tra cui spicca l’avvio a fine giugno del sito produttivo di Castel San Pietro Terme e l’ulteriore sviluppo dell’Ip business; modello in grado di garantire livelli di redditività prossimi al 50 per cento. Un percorso di sviluppo il cui apprezzamento trova riscontro anche in Borsa, dove il titolo ha innestato il turbo varcando la soglia di un miliardo di capitalizzazione con un incremento del 130% in 52 settimane.

Bio-on, leader nella bioplastica, si prepara a chiudere un 2018 decisamente positivo, con un fatturato atteso a 52 milioni e quindi in deciso progresso rispetto ai 10,1 milioni del 2017. Confermata anche la redditività superiore al 50% poiché l’Ebitda è atteso a 26,6 milioni.

Proiezioni sostenute da un primo semestre eccellente e caratterizzato da una serie di importanti tappe, tra cui l’inaugurazione del 20 giugno dell’impianto di Castel San Pietro Terme. Iniziativa che ha segnato l’ingresso concreto di Bio-on nel mondo produttivo, anche se ciò non modificherà il modello di business.

Marco Astorri, Presidente e Ceo di Bio-on, ricorda infatti che “verrà consolidato e sviluppato quell’Ip business model che ci permette di crescere salvaguardando margini di eccellenza, nell’ordine del 50 per cento, concentrandoci sullo sviluppo di sempre nuove iniziative proprio grazie alla focalizzazione sulla R&S”.

Obiettivi resi oggi “più credibili anche perché l’ingresso in Borsa ci ha permesso di raggiungere una grande visibilità. Questo ci ha consentito anche di rafforzare ed estendere gli accordi con un numero crescente di importanti università del mondo e ci fa ricevere  numerose richieste di collaborazione da parte di ricercatori di tutto il globo”.    

È doveroso inoltre ricordare la lungimirante scelta attuata sul fronte delle divisioni, trasformate esattamente un anno fa in cinque vere e proprie business unit: Bio-on Plants; Cosmetic, Nanomedicine & Smart Materials (CNS); Recovery and Fermentation (RAF); Engineering (ENG) e Structural Materials Development (SMD).

Cinque realtà a cui proprio in questi giorni si è aggiunta la sesta dedicata al mondo della moda e del lusso: la business unit Fashion Development Material (FDM). Scelta coraggiosa ma vincente in quanto, completa Astorri, “ci ha permesso di conseguire un’accelerazione della capacità di risposta alla crescente richiesta di bioplastica PHAs nonché di ottimizzare l’organizzazione aziendale”.

Strategie, quelle dell’azienda emiliana, particolarmente apprezzate dalla Borsa, ove il titolo ha messo a segno un rialzo dell’800% rispetto al prezzo di ingresso al listino nell’ottobre del 2014. Una performance acceleratasi nelle ultime 52 settimane, quando le azioni hanno toccato nuovi massimi storici portandola a capitalizzare oltre il miliardo di euro.

Marco Astorri, Presidente e Ceo di Bio-on, delinea le priorità strategiche

Proseguire il percorso di sviluppo come Intellectual property (IP) business. Il modello che caratterizza la nostra azienda dal momento della sua costituzione e che ci permette di sviluppare nuovi brevetti poi ceduti in concessione e in licenza di tecnologia e formulazioni”.

E questo modello di business, prosegue Marco Astorri, Presidente e Ceo di Bio-on, “sarà confermato e sviluppato nel prossimo futuro, anche perché ci consente di accelerare ulteriormente quella crescita che già oggi ci caratterizza senza però rinunciare a un’eccellente redditività nell’ordine del 50 per cento”.

Marco Astorri, amministratore delegato Bio-on

Nel contempo, aggiunge il capo azienda, “continueremo a dare sempre più corpo alla strategia di gestire lo sviluppo attraverso delle divisioni che ci ha portato a creare un anno fa cinque business unit a cui, proprio la scorsa settimana, abbiamo aggiunto la sesta dedicata al mondo della moda e del lusso”.

La scelta sulle divisioni è stata coraggiosa ma vincente. Questo anche perché, prosegue il capo azienda, “ci ha permesso di conseguire un’accelerazione nella nostra capacità di risposta alla crescente richiesta di bioplastica PHAs nonché di ottimizzare  l’organizzazione aziendale”.

Il ruolo delle divisioni, che oggi sono salite a sei.

Il presidente ricorda poi che “é grazie al focus delle diverse divisioni che abbiamo potuto creare delle newco dedicate a specifici segmenti e applicazioni del nostro bio polimero, interessando anche partner di grande rilievo che hanno scelto di entrare nella compagine azionaria di queste newco per sfruttare i nuovi materiali che saranno sviluppati”.

Ma c’è pure altro in quanto, come ricorda Astorri, “il 20 giugno abbiamo inaugurato il nostro primo impianto produttivo a Castel San Pietro Terme. Investimento dedicato ai biopolimeri ad uso cosmetico. Una nicchia molto particolare ma di grandissimo valore aggiunto, sia in termini economici che in termini di riduzione dell’impatto ambientale che la nostra soluzione potrebbe generare”.

E proprio per la strategicità e importanza di questo segmento abbiamo ritenuto fondamentale dedicare il nostro primo sito produttivo diretto alla definizione di uno standard di mercato. Questo però – tengo a sottolineare ancora una volta – anche data anche la quantità limitata che possiamo produrre e che certamente non potrebbe minimamente soddisfare la potenzialmente enorme richiesta di mercato, non modifica la nostra strategia di business fondata sull’Intellectual Property”.

Una serie di iniziative messe in atto anche per “soddisfare lo sviluppo di un mercato, quello della bioplastica, caratterizzato da enormi potenzialità e da una domanda che cresce e crescerà in maniera esponenziale”.

Il core business del licensing

La principale priorità strategica su cui continuiamo a essere concentrati, afferma Astorri, “è rappresentata dallo sviluppo di brevetti. Disponiamo infatti di una tecnologia che ci consente di ottenere una piattaforma da enormi potenzialità e molteplici applicazioni. Prodotti in grado di sostituire tantissimi tipi di plastiche tradizionali e inquinanti, nonché di generare nuove applicazioni del tutto inedite”.

A tal proposito, spiega il numero uno di Bio-on, “possiamo contare da diversi mesi su una task force incaricata di trasformare in patents (brevetti registrati) le innumerevoli innovazioni individuate dai nostri scienziati, operanti sia all’interno che all’esterno dell’azienda”.

Novità di rilievo anche sul fronte delle ricerca e sviluppo ove, come ricorda il Ceo, “la quotazione ed il successo ottenuto ci hanno permesso di espandere progressivamente il team di scienziati con cui collaboriamo così come i rapporti con le più rinomate università nel mondo”.

Nello specifico, spiega Astorri, “i ricercatori interni sono attualmente 30 e puntiamo a raddoppiare questo numero nei prossimi sei mesi, mentre dovrebbero rafforzarsi anche gli oltre 60 ricercatori esterni e attivi nelle varie università con cui lavoriamo”.

Le nuove business unit

Un passaggio fondamentale che aiuterà lo sviluppo atteso è quello che ha visto trasformare le divisioni in vere e proprie business unit.

Più in particolare, ricorda il Ceo di Bio On “Ad agosto dello scorso anno abbiamo annunciato la creazione di cinque nuove business unit con l’obiettivo di accelerare la capacità di risposta alla crescente richiesta di bioplastica PHAs. Iniziativa grazie la quale abbiamo ottimizzato anche l’organizzazione. A un anno di distanza abbiamo presentato la sesta”.

Una scelta, prosegue Astorri “che si è dimostrata vincente come emerge anche dai primi dati sia in termini di struttura che di risultati economici”.

Un successo che, completa il capo azienda sull’argomento, “trova riscontro anche nelle molte professionalità entrate a far parte del nostro team, ma anche nel numero di brevetti registrati che hanno superato quota 100, nonché nelle applicazioni di tecnologie messe in campo pure nel nuovo sito produttivo”.

Le sei business unit – sinergie e potenzialità

La prima business unit è denominata CNS (Cosmetic, Nanomedicine & Smart Materials),ed è focalizzata sullo sviluppo e sulla commercializzazione di biomateriali funzionalizzati e device capaci di fornire Ultra-Green Performance sfruttando le peculiarità uniche come biodegradabile e biocompatibile come le bioplastiche PHAs.

La seconda è nota come RAF (Recovery and Fermentation) e si occupa dello sviluppo e della ricerca di nuovi scarti agricoli da utilizzare in fermentazione per la produzione di biopolimeri PHAs.

La terza è denominata SMD (Structural Materials Development) e sviluppa i gradi di prodotto per iniezione, estrusione, termoformatura e filmatura. I materiali strutturali sono ottenuti partendo da granuli o meglio pellets. Si tratta generalmente di grandi oggetti di plastica, complessi e di alta prestazione quali cruscotti e paraurti per auto.

La quarta business unit è la ENG (engineering) e si occupa dello sviluppo di progetti per la costruzione e l’assistenza degli impianti che vengono concessi in licenza.

La quinta è quella produttiva denominata Bio-on Plants e gestisce l’impianto situato a Castel San Pietro Terme.

La decisione sulla sesta business unit

L’ultima nata si chiama FMD, ossia Fashion Development Material, e si concentrerà sullo sviluppo di nuovi materiali ad alta tecnologia destinati all’industria della moda e del lusso, basati sulla bioplastica MinervPHAs.

Il suo obiettivo, ricordano a Bio On, “è quello di identificare processi, tecnologie e brevetti per produrre tessuti, filati, superfici flessibili, pellicole, ecc. realizzate in bioplastica e destinate a sostituire i materiali di oggi, molti dei quali sintetici e inquinanti.”

È doveroso infine ricordare che se le altre unit sono state – come detto – decisive nella costituzione di newco dedicate ad applicazioni verticali per specifici settori con il supporto e la partecipazione di alcuni importanti partner, la costituzione di questa nuova unit fa pensare a possibili interessanti sviluppi nella stessa direzione, specie in considerazione dell’elevata attenzione e sensibilità che tutti i maggiori brand della moda e del lusso stanno ponendo rispetto all’impatto ambientale dei propri prodotti.

L’attività commerciale, di marketing e comunicazione resta invece in carico a Bio-on con le risorse dedicate.

L’impianto produttivo di Castel San Pietro Terme

Quello inaugurato lo scorso 20 giugno rappresenta per Bio-on il primo impianto di proprietà destinato alla produzione delle microscopiche perline (microbeads) per il settore cosmetico – bioplastiche specialiPHAs, naturali e completamente biodegradabili.

Nel dettaglio, il nuovo stabilimento entrerà a regime entro l’autunno e ha richiesto 20 milioni di investimenti. Si sviluppa su un’area di 30.000 mq, con 3.700 mq coperti e 6.000 mq edificabili, e ha una capacità produttiva di circa 1.000 tonnellate all’anno,ma potrà salire fino a 2.000 tonnellate annue.

Il nuovo impianto permetterà inoltre ai ricercatori di studiare nuove fonti di carbonio da scarti agricoli con l’obiettivo di produrre una serie di nuovi tipi di bioplastiche biodegradabili, tra cui Minerv Bio Cosmetics, micro perline in bioplastica destinate a sostituire le attuali particelle di plastica derivate dal petrolio. materiale inquinante e non biodegradabile che gli USA hanno già vietato nel 2015.

Bio-on – una realtà senza competitor

Sul versante della competizione il Presidente e Ceo di Bio On è netto in quanto afferma: “in relazione al nostro prodotto, non abbiamo competitor”.

E questo in quanto “negli ultimi 20 anni sono nate solo poche aziende che si sono concentrate su bio polimeri di tipo diverso, nonché sullo sviluppo di amidi”.

Una gamma di prodotti “ottenuti con un processo solo parzialmente naturale e quindi al massimo biodegradabili in compostaggio, o che hanno delle forti limitazioni nell’uso”.

Bio-on si è quindi costruita un potenziale di sviluppo senza pari, accanto ad un modello di business la cui redditività è d’eccellenza e si confermerà al di sopra del 50% anche nel futuro.

I conti dell’esercizio 2017 

Nel 2017 il gruppo ha riportato un fatturato pari a 10,1 milioni, più che raddoppiato rispetto al 2016, mentre l’Ebitda è balzato a circa 7 milioni rispetto agli 823mila euro del 2016 e l’Ebit è passato da 435mila euro a 6,4 milioni.

Lo scorso esercizio si è chiuso con un utile netto di 5,2 milioni, che si confronta con i 357mila euro del 2016.  

Dal lato patrimoniale la liquidità netta si è attestata a 24,2 milioni, in aumento di 20,9 milioni rispetto a fine 2016, beneficiando degli effetti della conversione di warrant. 

Lo scenario dei prossimi 18 mesi

Lo scenario dei prossimi 18-24 mesi “si conferma decisamente positivo per il nostro comparto e per la nostra società. E questo anche perché il nostro mondo continuerà ad essere caratterizzato da una domanda in crescita esponenziale”.

E noi, prosegue Astorri, “siamo pronti a trarne tutti i benefici possibili anche perché la nostra capacità di execution si conferma vincente ed è dimostrata anche dai più recenti risultati”.

Un periodo nel corso del quale, specifica il capo azienda, “abbiamo raggiunto e spesso superato tutti i target che avevamo fissato, mentre ora ci troviamo nelle condizioni ottimali per affrontare decisioni importanti per il futuro”.

Scelte di rilievo, fra le quali è doveroso inserire anche “quelle opportunità di acquisizioni che si potrebbero presentare anche perché stiamo studiando numerosi dossier accanto a quelli inerenti la possibilità di entrare in nuovi mercati”.

Il tutto in presenza di un mercato, quello della bio plastica, “caratterizzato da una domanda che sta crescendo in maniera esponenziale”. Scenario grazie al quale assumono maggiore credibilità gli ambiziosi target del piano al 2020.

Il piano 2017-2020 – ambizioso, ma sostenibile

Nel novembre del 2016 Bio-on ha presentato il piano industriale 2017-2020 con annesso ingresso nel mondo della produzione e target oggi “pienamente confermati”.

Bio-on si aspetta così per il 2018 ricavi a 51,7 milioni, quintuplicati rispetto al 2017 ma destinati a salire a 79 milioni nel 2019 per poi superare i 140 milioni nel 2020, quando l’Ebitda avrà superato gli 85 milioni salvaguardando una redditività superiore al 50 per cento.

I margini dovrebbero infatti rafforzarsi e confermarsi al di sopra del 50 per cento. Eccellenza resa possibile“grazie ai ridotti costi sostenuti dalla nostra azienda e l’elevata marginalità raggiunta, intrinseca nel fatto che cediamo asset intangibili e tecnologia”.

Sul fronte patrimoniale la liquidità netta è attesa a 6,6 milioni, a fronte dei 24,2 milioni di fine 2017. Un assorbimento di cassa che riflette gli oltre 20 milioni di investimenti che il management prevede di realizzare nell’anno in corso.

Nel 2019 le disponibilità finanziarie dovrebbero riprendere a salire raggiungendo quota 13 milioni (+6,4 milioni rispetto al 2018) e spingersi nell’esercizio successivo a 64,2 milioni (+51,2 milioni rispetto al 2019).

Una liquidità, sottolinea Astorri, che “verrà sempre reinvestita per lo sviluppo delle nostre attività”.

Borsa – Una inarrestabile corsa al rialzo

Il titolo Bio-on ha chiuso la seduta di venerdì 31 agosto, con un ribasso dell’1,75%, portandosi a 45 euro.

Nelle ultime 52 settimane l’azione ha registrato una performance in progresso del 130,77%, ben al di sopra rispetto a quella del Ftse Aim Italia (-1,96%) e che ha consentito alla società bolognese di raggiungere una capitalizzazione superiore al miliardo di euro.

Un andamento borsistico decisamente positivo, che acquista ancora maggior rilevanza estendo l’intervallo temporale all’inizio quotazione avvenuta nell’ottobre 2014, periodo nel quale il titolo ha segnato un rialzo del 800% sovraperformando nettamente il  Ftse Aim, che nello stesso periodo è sceso di oltre il 10 per cento, e toccando sempre nuovi massimi storici come l’ultimo registrato lo scorso 10 luglio a 71,20 euro.

Una eccellente performance che dimostra l’apprezzamento del mercato nei confronti di un modello societario, l’IP business, in grado di garantire costantemente elevati livelli di redditività, cui si aggiungono il successo legato alla creazione delle cinque nuove business unit e l’ingresso nel mondo della produzione con l’impianto di Castel San Pietro Terme recentemente inaugurato.