Il board di Creval, in risposta alla richiesta arrivata dal socio Dgfd (holding che fa capo all’imprenditore france Denis Dumont e che detiene il 5,78% del capitale) di convocare l’assemblea per la revoca dello stesso cda, nel documento di risposta pubblicato venerdì ha sottolineato di “non condividere le argomentazioni formulate da Dgfd”.
Il cda, inoltre, nel documento “ribadisce di avere puntualmente implementato tutte le azioni” previste dal piano strategico, “senza porre in essere delibere incoerenti con esso”, in particolare per quanto riguarda l’accelerazione nel de-risking e l’esito positivo dell’aumento di capitale da 700 milioni finalizzato lo scorso marzo, che era stato deliberato con il voto del 98,6% dei soci, incluso lo stesso Dumont.
L’organo amministrativo precisa anche di “avere sempre agito nell’esclusivo interesse sociale, senza essere portatori di interessi di particolari categorie di soci, operando con autonomia di giudizio e senza vincolo di mandato”.
Dumont aveva richiesto l’assemblea poiché “l’assetto dell’azionariato è sostanzialmente mutato a seguito dell’aumento di capitale quest’anno, e degli asseriti risultati negativi” conseguiti dall’attuale board”.
In merito al governo societario, nel documento gli amministratori fanno presente che durante l’assemblea tenutasi lo scorso aprile (che ha approvato il bilancio) è stata “anticipata l’apertura di un cantiere governance in seno al Cda e di come la richiesta di una revoca sembra “voler anticipare un possibile scenario che si sarebbe ragionevolmente manifestato di qui a pochi mesi”, in quanto il board sarebbe scaduto nella primavera del 2019.
Si ricorda che l’assemblea che dovrà decidere sulla revoca dell’attuale cda e sulla contestuale nomina di uno nuovo si terrà il prossimo 12 ottobre.