Entro domani 5 settembre le banche europee oggetto di stress test da parte della Bce dovranno inviare alla stessa Eurotower le simulazioni effettuate e che mettono la prova la resistenza dei bilanci bancari nel periodo 2018-2020 in uno scenario normale e uno avverso.
È quanto riportano rumor di stampa, i quali ricordano che gli stress test riguardano 37 istituti del Vecchio Continente (tra le quali le italiane Intesa Sanpaolo, UniCredit, Ubi e Banco Bpm) che rappresentano il 70% degli asset bancari europei. I risultati definitivi saranno resi noti il prossimo 2 novembre.
Le stesse indiscrezioni riportano che questa volta gli stress test dovrebbero essere meno stringenti rispetto a quelli effettuati nel 2016, in quanto basati sui bilanci di fine 2017, i quali incorporano già gli effetti positivi connessi al miglioramento del ciclo economico. Gli istituti del Belpaese dovrebbero avere già evidenziato una buona tenuta.
L’istituto di Francoforte effettuerà gli stress anche su altre banche considerate significative (senza divulgarne gli esiti), tra le quali le italiane Bper, Mediobanca, Carige e Iccrea. Mps invece è esclusa in quanto ancora convolare nell’implementazione del piano di ristrutturazione concordato con la Commissione Europea.
Si segnala che gli questa tornata di stress test non fissa il superamento di alcun limite minimo di capitale. Eventuali richieste della Vigilanza alle banche significative verranno fatte nell’ambito della procedura Srep, e in particolare nel cosiddetto Pillar2.