In una giornata all’insegna delle vendite per l’Europa Piazza Affari chiude positiva, con il Ftse Mib in rialzo dell’1% a 20.602 punti, grazie soprattutto alla discesa dello spread che sostiene banche e utilities che compensano il crollo di Telecom Italia (-5,4%).
Negativi il Dax di Francoforte (-1,1%), il Cac 40 di Parigi (-1,3%) e il Ftse 100 di Londra (-0,6%). Invariato l’Ibex 35 di Madrid, mentre Wall Street viaggia in ribasso di circa mezzo punto percentuale dopo la chiusura di ieri per la festività del Labor Day.
Le difficoltà dei mercati emergenti, su tutti Argentina, Sudafrica e Turchia, unite alle rinnovate tensioni commerciali preoccupano gli investitori e scoraggiano gli acquisti sull’equity. Sul fronte del commercio continuano a preoccupare i rapporti sempre tesi fra Stati Uniti e Cina, in vista dell’annuncio, previsto per giovedì, di nuovi dazi americani su 200 miliardi di prodotti provenienti da Pechino, oltre alle difficili trattative tra Usa e Canada per la revisione del Nafta.
Dinamiche che sostengono gli acquisti sul dollaro, premiato anche per la solidità dell’economia a stelle e strisce e l’approssimarsi del prossimo rialzo dei tassi di interesse da parte della Fed, previsto nella riunione del 25 e 26 settembre. Il biglietto verde si attesta a 1,155 nei confronti dell’euro e a 111,4 yen.
Per quanto riguarda l’obbligazionario, il rendimento del Btp decennale cala in area 3,01% riducendo lo spread con il Bund a 265 punti base, dopo le dichiarazioni concilianti di Matteo Salvini sui conti pubblici e sul rispetto delle regole, nel giorno in cui partono le discussioni sul budget 2019.
Fra le materie prime rallenta il petrolio, con Wti e Brent rispettivamente a 69,9 e 78,2 dollari al barile, su un possibile aumento delle scorte. L’oro scivola sotto la soglia dei 1.200 dollari l’oncia a causa dell’apprezzamento del biglietto verde.
Sul fronte macro, si segnalano i dati poco sopra le attese sui prezzi alla produzione dell’Eurozona (+0,4% su mese, +4% su anno a luglio), oltre ai numeri positivi sull’attività manifatturiera statunitense.
Tornando a Piazza Affari, il calo dei rendimenti obbligazionari spinge banche e utilities. Fra le migliori del Ftse Mib spiccano INTESA SANPAOLO (+5,2%), UBI (+4,7%), promossa da ‘neutral’ a ‘overweight’ da JP Morgan, e UNICREDIT (+4,1%). Bene FINECO (+3,5%), sui massimi storici, e POSTE ITALIANE (+2,6%).
Sprofonda invece TELECOM ITALIA (-5,4%), penalizzata dal downgrade di Exane Bnp Paribas da ‘neutral’ a ‘underperfom’ e messa sotto pressione dai buoni dati sui clienti di Iliad (1,5 milioni raggiunti ad agosto).