Il 2018 dovrebbe chiudersi con ricavi in crescita da 10 a 50 milioni ed il trend proseguirà negli anni successivi per superare quota 140 milioni nel 2020, ultimo esercizio del piano quadriennale approvato nel 2016. Una dimensione che potrebbe anche essere superata se si realizzeranno le attese acquisizioni e l’ingresso sui nuovi mercati. Il tutto con margini che si manterranno ben al di sopra del 50% grazie anche al modello di business basato sulla Intellectual property (IP).
Bio-on opera nel settore della bioplastica effettuando ricerca applicata e sviluppo di moderne tecnologie di bio-fermentazione nel campo dei materiali eco sostenibili e completamente biodegradabili in maniera naturale.
Il gruppo bolognese ha sviluppato un processo esclusivo per la produzione della famiglia di polimeri denominati PHAs (poliidrossialcanoati) da fonti di scarto di lavorazioni agricole (tra cui melassi e sughi di scarto di canna da zucchero e di barbabietola da zucchero).
La bioplastica così prodotta è in grado di sostituire le principali famiglie di plastiche tradizionali per prestazioni, caratteristiche termo-meccaniche e versatilità. Il PHAs di Bio-on è una bioplastica classificabile al 100% come naturale e completamente biodegradabile: caratteristiche certificate da Vincotte e USDA (United States Department of Agriculture).
Nel 2017 si è chiusa la terza ed ultima tranche di conversione dei warrant e la liquidità è passata da 3 ad oltre 24 milioni. Risorse con le quali sostenere le politiche di sviluppo, fra le quali l’ingresso in nuovi e promettenti mercati, il lancio della nuova politica di espansione aziendale e la messa a regime entro l’autunno del primo impianto produttivo a cui sono stati destinati complessivamente circa 20 milioni.
12 mesi fa, inoltre, sono state realizzate cinque nuove business unit, i cui risultati hanno confermato, rafforzandolo, il modello di business IP grazie al quale mantenere al di sopra del 50% l’Ebitda margin. Un modello che caratterizza Bio-on dal momento della sua costituzione e che permette di sviluppare nuovi brevetti poi offerti in licenza.
Una serie di iniziative i cui effetti emergeranno appieno già nell’esercizio in corso nel rispetto del piano al 2020 presentato alla fine del 2016.
Il 2018 dovrebbe infatti chiudersi con ricavi in crescita da 10 a circa 50 milioni ed il trend dovrebbe proseguire negli anni successivi per superare quota 140 milioni nel 2020. Il tutto con margini che si manterranno ben al di sopra del 50% grazie al richiamato modello di business basato sulla Intellectual property (IP).
Iniziative apprezzate dalla Borsa, ove il titolo ha messo a segno un rialzo del 920% rispetto al prezzo di ingresso al listino dell’ottobre del 2014. Una performance acceleratasi nelle ultime 52 settimane, quando le azioni hanno toccato nuovi massimi storici portandola a capitalizzare oltre il miliardo di euro.
CONTO ECONOMICO
I dati economici del triennio evidenziano un 2016 in contrazione rispetto al 2015 – seppur positivo in termini di risultati e marginalità – a causa del differimento della decorrenza di importanti contratti di licenza.
Nel 2017 il gruppo ha recuperato suddetta flessione, riportando ricavi per 10,1 milioni. Il fatturato al tempo stesso si è rivelato inferiore ai livelli previsti dal piano industriale (14 milioni), anche in questo caso per effetto di un allungamento degli iter di approvazione interni al cliente di un accordo, la cui formalizzazione era prevista per la fine del 2017.
Nonostante ciò, la redditività del gruppo (Ebitda margin 66,1%) ha superato le attese (50%), dimostrando la buona e migliorata performance della società. L’esercizio 2017 si è chiuso infine con un utile netto di 5,2 milioni.
BREAKDOWN DEI RICAVI
Nel 2017 i ricavi risultano strettamente legati all’attività caratteristica del gruppo di concessione licenze per l’uso della tecnologia che insieme all’avvio di studi di fattibilità e di contratti di ricerca per conto della clientela ricopre il 98,8% del fatturato.
Ricordiamo l’intenzione del gruppo di modificare il proprio business model affiancando al licensing la produzione diretta di PHAs per i settori: cosmesi, teranostica e bioremediation. I primi effetti di tale cambiamento sono attesi per il 2018.
STATO PATRIMONIALE
Nel 2017 il gruppo ha beneficiato della conversione dei warrant, i cui effetti si sono riflessi sia a livello di patrimonio netto, sia a livello di liquidità. Il 15 maggio 2017 si è infatti chiuso il terzo e ultimo periodo di esercizio dei “Warrant Bio-on 2015-2017” che ha comportato l’emissione di 4.164.023 azioni di compendio per un controvalore complessivo di oltre 27,7 milioni.
Il bilancio 2017 evidenzia così una liquidità di 24,2 milioni, in aumento di 20,9 milioni rispetto a fine 2016, denotando la possibilità del gruppo di perseguire la propria strategia di sviluppo con un limitato ricorso ai finanziamenti esterni.
RATIO
I principali indicatori di bilancio confermano la buona redditività dell’azienda e lo stato di salute finanziaria di quest’ultima, evidenziando una riduzione nel 2016 per i motivi già precedentemente illustrati.
Gli indicatori di borsa, rilevati al 31 dicembre di ogni esercizio, esprimono un forte apprezzamento del titolo che potrebbe tuttavia risultare sopravvalutato sulla base dei risultati conseguiti dal gruppo fino al 2017, se non fosse per le attese positive riguardanti il piano al 2020.
Nel 2018 il titolo ha sperimentato un vero e proprio rally, arrivando a toccare lo scorso 10 luglio il proprio massimo storico a 71,20 euro (+1324% rispetto al prezzo d’IPO).
OUTLOOK
Il piano industriale 2017-2020 si basa su due principali linee di business: “licensing” e “production”.
Il management ha infatti deciso di evolvere il proprio IP business model entrando nel mondo della produzione di bio polimeri speciali.
La nuova linea di business impiega i nuovi brevetti e prodotti focalizzandosi su tre segmenti: cosmetica, teranostic e bio-remediation.
Come dichiarato da Marco Astorri Ceo di Bio-on a Market Insight “l’ingresso nel mondo della produzione evidenzia due importanti vantaggi. Il primo consiste nell’avere un’importante occasione di essere protagonisti della generazione di un nuovo standard, ovvero ottenere un prodotto che tutte le aziende cosmetiche possono utilizzare. Un’opportunità notevole per il futuro ed essendo oggi noi i soli produttori di tale materiale, abbiamo la possibilità sostanziale di determinare lo standard per i prossimi anni”.
“Il secondo vantaggio – prosegue Astorri – consiste nell’ingresso nella produzione industriale in un mercato con livelli di redditività e di Ebitda molto importanti, paragonabili a quello delle licenze”.
La società ha di conseguenza realizzato un nuovo impianto da 1.000 tonnellate all’anno, inaugurato lo scorso 20 giugno a Castel San Pietro Terme (BO) che sarà a pieno regime entro autunno. In tale occasione Riccardo Casoni, direttore dell’unità produttiva Bio-on plants, ha annunciato che il polo sarà in grado di produrre e commercializzare già nel 2018 circa 150 tonnellate di micro polveriPHAs.
Nel dettaglio, il piano prevede per il 2020 un forte incremento del fatturato a 143,2 milioni ad un tasso di crescita medio annuo del 116%. L’Ebitda dovrebbe invece salire con Cagr del 128,8% a 85 milioni.
Dal lato patrimoniale, la posizione finanziaria netta della società al 2020 dovrebbe mettere in risalto una liquidità di 64,2 milioni. Segnaliamo che a seguito dell’esercizio della terza ed ultima tranche dei “Warrant Bio-on 2015-2017”, la società al 31 dicembre 2017 presentava una PFN di 26 milioni, superando nettamente quanto indicato precedentemente.
PUNTI DI FORZA
- Prodotto completamente biodegradabile. Il MinervPHAs è un prodotto 100% biodegradabile dalla natura in suolo, acqua dolce e mare.
- OGM FREE. Il processo Bio-on non prevede alcuna modifica genetica dei batteri utilizzati
- No utilizzo materiali food. Il biopolimero PHAs viene ottenuto tramite l’impiego di materiali di scarto agricolo. Non vengono utilizzati materiali food, come ad esempio i cereali ma melasso e sughi di barbabietola e canna da zucchero.
- No solventi organici. Bio-on è l’unica azienda al mondo a non utilizzare nel processo industriale solventi di tipo organico.
- La società può contare su un portfolio di oltre 100 brevetti depositati a livello mondiale a protezione della propria tecnologia e delle relative applicazioni.
PUNTI DI DEBOLEZZA
- Diffusione delle bioplastiche. Una maggiore diffusione di tale materiale è attesa solo nel medio-lungo periodo
OPPORTUNITA’
- Domanda di bioplastica. Il mercato della bioplastica presenta un livello di domanda che sta crescendo in maniera esponenziale.
- Crescente regolamentazione. Gli USA hanno recentemente deciso di vietare con il Microbead-Free WatersAct of 2015 l’utilizzo di polimeri ottenuti dal petrolio nei prodotti per la cura del corpo. Politica intrapresa successivamente da altri paesi o annunciata,come in Italia. E’ concesso, invece, l’utilizzo della bioplasticaMinervBioCosmetics, le cui particelle sono completamente biodegradabili in acqua.
- Crescente attenzione verso il tema dell’inquinamento. Bio-on svolge un ruolo importante in tale direzione sostenendo attivamente le associazioni ambientali nei progetti per misurare i livelli di inquinamento. A tal proposito si ricorda che lo scorso 6 agosto l’azienda bolognese ha annunciato insieme a Legambiente Emilia Romagnai primi risultati del progetto “Fishing for litter” per mappare i rifiuti, anche quelli plastici, raccolti nell’Alto Adriatico.
MINACCE
- Ingresso di nuovi player. Nonostante Bio-on, al momento non abbia competitor diretti per quanto riguarda la propria bioplasticaPHAs, non è da escludere l’ingresso di nuovi player nel mercato.
- Crescente competitività delle plastiche tradizionali. Le plastiche tradizionali potranno diventare sempre più competitive beneficiando di un forte abbassamento del prezzo del petrolio.
ANALISI TECNICA
Il lungo percorso rialzista che ha accompagnato le quotazioni di Bio On per circa 20 mesi, ha subito una battuta d’arresto che assomiglia più ad una fase di consolidamento che ad un cambio di direzione.
Tecnicamente le quotazioni del titolo sono inserite all’interno di un canale crescente che ne ha delineato il percorso borsistico dal gennaio del 2017, con un rialzo costante e regolare. Il mese di giugno 2018 ha impresso un cambiamento a tale percorso, con una rapida e vistosa accelerazione rialzista che ha determinato un raddoppio dei valori delle quotazioni in sole sei settimane, con un passaggio da 35 a 70 euro, accompagnato da volumi in rialzo.
I prezzi del titolo hanno così violato il canale indicato imprimendo un’accelerazione che non sembra essere riuscita a trovare una sua stabilità, favorendo così un ritorno delle quotazioni all’interno del canale indicato.
Operativamente il supporto dinamico in grado di rallentare la fase di discesa di breve termine delle quotazioni coincide con il lato inferiore del canale, 35 euro, mentre nuovi allunghi rialzisti avrebbero nell’area compresa tra 55 e 60 euro una valida zona resistenziale.