Piazza Affari continua a distinguersi fra le borse europee, grazie soprattutto al rally dei titoli bancari in scia al calo dello spread. Intorno alle 15:45 il Ftse Mib avanza dell’1,1% mentre restano negativi il Dax di Francoforte (-0,7%), il Ftse 100 di Londra (-0,9%), il Cac 40 di Parigi (-1%) e l’Ibex 35 di Madrid (-0,2%). Partenza debole anche per Wall Street, con gli indici in calo fino allo 0,4 per cento.
I listini azionari internazionali scontano principalmente i timori legati allo scontro commerciale Usa-Cina e la debolezza dei mercati emergenti. Per quanto riguarda il primo tema, l’amministrazione statunitense potrebbe annunciare domani nuovi dazi su 200 miliardi di importazioni da Pechino, esacerbando le tensioni fra i due Paesi, mentre oggi riprendono i colloqui con il Canada per la revisione del Nafta. Sul fronte dei mercati emergenti, invece, continua a destare preoccupazione la situazione di Argentina, Turchia e Sudafrica, ma l’incertezza coinvolge anche il Brasile in vista delle elezioni, l’Indonesia con la svalutazione della rupia e le Filippine con l’inflazione sopra il 6% per la prima volta in 9 anni. Dinamiche a cui si contrappone il solido percorso di crescita dell’economia americana, con la Fed pronta ad alzare nuovamente i tassi a fine settembre.
A beneficiarne finora è stato soprattutto il dollaro, che al momento però cede terreno nei confronti dell’euro scendendo sotto a 1,163, in scia alle indiscrezioni su un accordo tra Germania e Regno Unito per agevolare il deal sulla Brexit. In rialzo soprattutto la sterlina, che balza a 1,296 sul biglietto verde e 0,897 rispetto alla moneta unica.
Tra i dati macro si segnalano quelli sulla bilancia commerciale a stelle e strisce, in deficit a luglio di 50,1 miliardi (45,7 miliardi a giugno). In mattinata invece sono stati diffusi nell’Eurozona gli indici di agosto sull’attività terziaria, sostanzialmente costanti rispetto al mese precedente, e le vendite al dettaglio (-0,2% a luglio).
In Italia proseguono i lavori sulla legge di bilancio 2019, mentre i toni distensivi del governo in merito al rispetto dei paletti europei sul deficit consentono al rendimento del Btp di scendere al 2,87%, riducendo il differenziale con il Bund a 251 punti base.
Tra le materie prime arretrano le quotazioni del petrolio, con Wti e Brent rispettivamente a 68,9 e 77,4 dollari al barile, per un possibile aumento delle scorte settimanali americane.
A Piazza Affari continua la corsa dei bancari, che beneficiano della minor tensione sui titoli di Stato. Acquisti su BANCO BPM (+7,8%), UBI (+6,1%), ancora sostenuta dall’upgrade di Jp Morgan, BPER (+5,3%), INTESA (+3,9%), MEDIOBANCA (+3,8%) e UNICREDIT (+3,1%). Bene anche gli assicurativi GENERALI (+2,9%) e UNIPOL (+3,6%) e i servizi finanziari AZIMUT (+3,3%) e FINECO (+3,3%).
Tra i petroliferi spicca SAIPEM (+2,6%) grazie anche ad un report di Morgan Stanley che ha alzato il target price a 6,7 euro dipingendo uno scenario roseo per le oil service come conseguenza della ripresa degli investimenti nell’upstream. In controtendenza FERRARI (-2%), MONCLER (-2,6%) e STM (-3,9%).