Come nella giornata precedente Milano resiste meglio delle altre borse europee alle vendite, sostenuta dalle banche e dall’ulteriore discesa dello spread Btp-Bund. Intorno alle 11:45 il Ftse Mib viaggia poco mosso (+0,1%), a fronte dei ribassi più o meno marcati del Dax di Francoforte (-1%), il Ftse 100 di Londra (-0,5%), il Cac 40 di Parigi (-1,4%) e l’Ibex 35 di Madrid (-0,7%).
Deboli anche i futures sugli indici americani, che scambiano in ribasso di quasi mezzo punto percentuale e prefigurano un’altra apertura in calo per Wall Street, ancora condizionata dai timori per una possibile escalation del conflitto commerciale con la Cina. Già domani, infatti, potrebbero essere annunciati nuovi dazi su 200 miliardi di importazioni da Pechino. Oggi inoltre dovrebbero riprendere i colloqui tra Usa e Canada per la revisione del Nafta, dopo il primo round di trattative chiusosi la settimana scorsa con un sostanziale nulla di fatto.
A livello internazionale continua a preoccupare la situazione dei mercati emergenti, la cui debolezza si estende dal mercato valutario a quello azionario, aumentando il rischio di contagio. Oltre all’Argentina e alla Turchia, resta sotto osservazione il Sudafrica, con il crollo del rand e i dati che segnalano una recessione nel secondo trimestre. Non lasciano tranquilli nemmeno l’Indonesia, dove il principale indice azionario è crollato di circa del 4% ai minimi da 3 anni in scia ai timori per maggiori costi di finanziamento collegati alla svalutazione della rupia, e le Filippine, con l’inflazione sopra il 6% ad agosto, ai massimi da 9 anni. E le prospettive per l’immediato futuro non possono essere rosee, con la Fed che si appresta ad innalzare i tassi nella prossima riunione del 25-26 settembre.
Dinamiche che continuano a sostenere il dollaro, a 111,5 yen e invariato a 1,158 nei confronti dell’euro, dopo i dati di agosto sull’attività terziaria dell’Eurozona, sostanzialmente costanti rispetto al mese precedente, e la battuta d’arresto delle vendite al dettaglio (-0,2% a luglio).
Per quanto riguarda l’Italia proseguono i lavori sulla legge di bilancio 2019, mentre i toni distensivi del governo sul rispetto dei paletti europei sul deficit consentono al rendimento del Btp di scendere al 2,92%, riducendo il gap dal Bund a 256 punti base.
Tra le materie prime arretrano le quotazioni del petrolio, con Wti e Brent rispettivamente a 69,2 e 77,7 dollari al barile, per un possibile aumento delle scorte settimanali americane.
A Piazza Affari continua la corsa dei bancari, che beneficiano della minor tensione sui titoli di Stato. Acquisti in particolare su UBI (+4,3%), ancora sostenuta dall’upgrade di Jp Morgan, BANCO BPM (+4,4%), BPER (+2,8%), MEDIOBANCA (+2,6%) e UNICREDIT (+2,2%) nuovamente al centro delle indiscrezioni su una possibile fusione con Société Générale.
Bene anche SAIPEM (+2,7%) grazie anche ad un report di Morgan Stanley che dipinge uno scenario roseo per le oil service come conseguenza della ripresa degli investimenti nell’upstream.
Debole MEDIASET (-1%), appesantita dal taglio di target price da 3,50 euro a 2,60 euro da parte degli analisti di HSBC. Scivolano in fondo al Ftse Mib PRYSMIAN (-2,4%), MONCLER (-2,4%) e STM (-2,9%).