Dopo un avvio moderatamente positivo il Ftse Mib ha accelerato al rialzo e intorno alle 12:30 mostra un rialzo del 2,1% in area 20.870 punti, trainato dal comparto bancario in scia all’ulteriore calo del differenziale Btp-Bund.
Fra gli altri listini del Vecchio Continente, lievemente positivi il Dax di Francoforte (+0,2%), il Ftse 100 di Londra (+0,25%) e il Cac 40 di Parigi (+0,3%) mentre l’Ibex 35 di Madrid avanza dello 0,8 per cento. Oltreoceano i futures sugli indici americani preannunciano una partenza in rialzo per Wall Street dopo la debolezza della scorsa ottava.
Nel comparto obbligazionario si registra una nuova discesa dello spread tra i titoli di Stato italiani e il benchmark tedesco, dopo le dichiarazioni concilianti del ministro dell’Economia Tria sulle riforme e sul rispetto dei limiti di bilancio. Il differenziale è in calo di circa 12 punti base a 252 bp, con il rendimento del decennale italiano al 2,92 per cento.
A livello internazionale il focus rimane sulle questioni commerciali, dopo la minaccia di Donald Trump di introdurre ulteriori nuovi dazi su 267 miliardi di prodotti cinesi. Un importo che, sommato a quelli già annunciati e implementati, andrebbe sostanzialmente a coprire l’intero import da Pechino.
Per quanto riguarda le banche centrali si attende l’appuntamento di giovedì con la Bce, dopo il job report americano più inflattivo delle stime che sostiene la politica gradualmente restrittiva della Fed.
Sul Forex l’euro/dollaro viaggia in frazionale rialzo a 1,158 mentre lo yen perde terreno nei confronti del biglietto verde (111,1) e della moneta unica (128,7). Poco mossa la sterlina dopo i dati deboli su produzione industriale e manifatturiera e quelli sulla bilancia commerciale.
Nel calendario macro si segnalano anche i numeri sul Pil giapponese del secondo trimestre (+3%, crescita più alta dal 2016) e sull’inflazione in Cina, aumentata poco sopra le attese ad agosto, mentre i prezzi alla produzione hanno frenato in un contesto di rallentamento della domanda interna anche a causa delle prospettive incerte dell’economia di Pechino per il conflitto commerciale con gli Stati Uniti.
Tra le materie prime, petrolio in rialzo con Wti e Brent rispettivamente a 68,4 e 77,7 dollari al barile. Poco
Tornando a Piazza Affari corrono MEDIOBANCA (+6,5%), INTESA (+5,2%), UNICREDIT (+5%), BANCO BPM (+4,9%) e BPER (+3,9%). Ben intonata anche LEONARDO (+5%) che ha deciso di procedere all’esercizio del diritto di prelazione sull’acquisto del 98,54% di Vitrociset. Inoltre, il Ceo Alessandro Profumo ha minimizzato l’impatto su Leonardo delle sanzioni americane nei confronti dell’Iran. Rimbalzo per TELECOM ITALIA (+2,8%) nel giorno del Cda, dopo la risposta di Elliott a Vivendi. Scivolano in fondo al listino FERRAGAMO (-1,5%) e ATLANTIA (-1,1%).