Il Ftse Italia Banche chiude con un ribasso dell’1,2% e al di sotto dell’omologo europeo (-0,3%), rallentando anche il Ftse Mib (-0,3%).
Il mercato prende un po’ di fiato dopo le ultime sedute positive in scia alle rassicurazioni arrivate da vari esponenti dell’esecutivo sul fatto che le misure che saranno implementate per sostenere la crescita non impatteranno sul rapporto defici/Pil, non ultime quelle dello scorso week end dal ministro dell’Economia, Giovanni Tria, a margine del Forum Ambrosetti di Cernobbio.
In tale scenario lo spread Btp-Bund è sceso in area 230 pb (fonte Borsa Italiana), consentendo al comparto bancario di proseguire lunedì il forte rimbalzo della scorsa ottava. Rimbalzo interrottosi ieri a causa di qualche fisiologica presa di profitto. Intanto, Bankitalia continua a certificare la costante discesa delle sofferenze.
Realizzi su quasi tutti i titoli del listino principale, tra cui Mediobanca (-0,5%) e UniCredit (-1,2%), che nel frattempo prosegue nel de-risking. Chiude in controtendenza Ubi (+0,5%), tra le banche che hanno corso di più negli ultimi giorni.
Identico copione sul Mid Cap con Credem (-0,5%), Popolare Sondrio (-0,8%), Creval (-1,5%) e Mps (-0,7%), con quest’ultima che nella giornata di lunedì ha messo a segno uno dei guadagni più sostenuti.
Tra le Small Cap frena nuovamente Carige (-3,4%), a pochi giorni dall’assemblea che dovrà rinnovare il board e che vede contrapposti Vittorio Malacalza da una parte e la cordata capitanata da Raffaele Mincione dall’altra. Sulla situazione relativa alla banca ligure la Consob non ha rilevato nulla da segnalare. Si interrompe la risalita di Banca Finnat (-3,5%).