Carige – Le azioni comprate oggi non servono per il voto

Intonazione positiva per i titoli Carige a Piazza Affari. Questa mattina le azioni della banca genovese segnano un incremento dell’1,2% a 0,0087 euro, in controtendenza rispetto al settore bancario il cui indice scende dell’1 per cento. Bassi i volumi degli scambi.

Uno scarso movimento collegato anche al fatto che ieri è stata la record date per partecipare all’assemblea del 20 settembre per il rinnovo del consiglio di amministrazione. Questo significa che solo chi possedeva alla data di ieri le azioni dell’istituto è titolato a partecipare al voto. Gli acquisti di oggi, invece, non danno tale possibilità.

Nel frattempo, c’è ancora molta incertezza sugli esiti del voto che vede contrapposti i due schieramenti formati, da una parte, dal principale azionista Vittorio Malacalza che ufficialmente detiene una quota del 24% e, dall’altra, dai soci che hanno stipulato un patto di voto che riunisce il 15% del capitale e aggrega le azioni di Raffale Mincione, Gabriele Volpi e Aldo Spinelli.

Una battaglia che per il momento si combatte a suon di esposti presso la Consob e nelle aule del tribunale, con il ricorso presentato da Malacalza per escludere dal voto la lista del patto accusata di avere effettuato acquisti di concerto non autorizzati.

Quanto agli acquisti, proprio Malacalza, secondo alcune indiscrezioni di stampa, sarebbe salito vicino al 28%, quota massima consentita dalla Bce.

Presso la banca sono state presentate 4 liste di consiglieri. Oltre a quella di Malacalza che candida al ruolo di amministratore delegato Fabio Innocenzi, attualmente country manager di Ubs in Italia, e a quella di Mincione, che prevede la conferma di Paolo Fiorentino, hanno presentato una lista i fondi comuni e la Coop liguria.

Secondo alcune indiscrezioni di stampa la lista dei fondi, che candida Giulio Gallazzi, Angelo Busani e Sonia Peron, avrebbe il consenso di un gruppo di fondi che potrebbe arrivare a una quota del 5% del capitale, considerando che i promotori della lista detengono il 2,9 per cento.