Intorno a mezzogiorno le Borse europee viaggiano senza una direzione precisa, in un contesto di prudenza tra le questioni commerciali e l’attesa per le decisioni di politica monetaria. Il Ftse Mib è pressoché invariato (-0,1%), mediamente in linea con il Dax di Francoforte (+0,2%), il Ftse 100 di Londra (-0,3%), il Cac 40 di Parigi (+0,5%) e l’Ibex 35 di Madrid (-0,2%). In frazionale rialzo i futures sugli indici americani, che puntano verso un’apertura positiva a Wall Street nonostante la minaccia dell’uragano Florence.
Il conflitto commerciale Usa-Cina resta il principale motivo di preoccupazione tra gli investitori e continua a pesare soprattutto sui listini asiatici, mentre in Europa il focus si è spostato parzialmente sulle banche centrali in vista delle riunioni della Bce e della Bank of England, entrambe in programma domani. Da Francoforte gli operatori si aspettano un messaggio di fiducia e la conferma dell’uscita dal Quantitative easing entro fine anno, oltre ad eventuali indicazioni sulle tempistiche del primo rialzo dei tassi di interesse.
Intanto Regno Unito e Ue continuano a dialogare per raggiungere un accordo sulla Brexit entro la nuova scadenza fissata per novembre. Nell’agenda macroeconomica odierna spiccano i dati sulla produzione industriale dell’Eurozona, in calo oltre le attese a luglio (-0,8% m/m, -0,1% a/a), mentre nel pomeriggio verranno diffusi i numeri sui prezzi alla produzione di agosto degli Stati Uniti ad agosto. Battuta d’arresto anche per la produzione industriale in Italia (-1,8% su mese, -1,3% su anno), positiva invece la discesa del tasso di disoccupazione del secondo trimestre al 10,7 per cento.
Sul Forex l’euro/dollaro oscilla ancora intorno a quota 1,16 mentre lo yen perde terreno nei confronti del biglietto verde (111,5) e della moneta unica (129,25). Sostanzialmente stabile la sterlina a 1,3 sul dollaro, in prossimità dei massimi da un mese.
Tra le materie prime il petrolio consolida i guadagni della seduta precedente, innescati dall’arrivo dell’uragano Florence, con Wti e Brent rispettivamente a 69,6 e 78,8 dollari al barile, in attesa dei dati settimanali Eia sulle scorte americane.
Sull’obbligazionario, infine, lo spread è stabile a 250 punti base (fonte Bloomberg), dopo l’asta di Bot annuali per 6 miliardi che ha visto un rapporto di copertura di 1,9 volte e il rendimento scendere allo 0,436 per cento. Domani invece il Tesoro metterà a disposizione fino a 7,75 miliardi di nuovi titoli.
Tornando a Piazza Affari, svetta tra le big cap FERRAGAMO (+4,7%), in scia alle indiscrezioni su possibili operazioni strategiche, inclusa la vendite, dopo i vari contatti ricevuti da diverse aziende di PE.
In rialzo anche industriali e petroliferi sul rialzo del greggio, in particolare SAIPEM (+2,9%), FCA (+2,4%), promossa ad ‘outperform’ da Exane BNP Paribas, BUZZI (+1,8%), riportata da Standard & Poor’s a livello investment grade, e TENARIS (+1,7%). Deboli invece PRYSMIAN (-4,8%), dopo l’interruzione del collaudo relativo al collegamento Scozia-Galles, TELECOM ITALIA (-1,8%) e i bancari.