Dopo l’accelerata di ieri sera, si è stabilizzato questa mattina il prezzo del petrolio con il Wti che, intorno alle 11:25, scambia a 69,6 $/bl (+0,5%) mentre il Brent tratta a 79 $/bl (-0,1%), sui massimi dallo scorso luglio.
Di questo scenario sta beneficiando il comparto oil italiano, con Saipem in rialzo del 2,6%, Tenaris dell’1,4% ed Eni dell’1,2%. Le tre big stanno trainando il Ftse Italia Petrolio e Gas Naturale al +1,3 per cento, in linea con l’andamento dell’Euro Stoxx Oil & Gas.
Il rialzo delle quotazioni del greggio è legato principalmente alle previsioni sull’andamento del mercato petrolifero statunitense, dopo che ieri l’EIA ha rivisto al ribasso l’outlook di produzione per il 2019 a una media di 11,5 milioni di barili/giorno. La revisione è motivata principalmente dai colli di bottiglia che si stanno riscontrando negli oleodotti che collegano il bacino di Permian, in Texas, con i terminal del Golfo del Messico.
Inoltre, i dati Api pubblicati ieri, nell’attesa dei dati ufficiali dell’EIA di questo pomeriggio, hanno previsto una riduzione delle scorte Usa di greggio nella scorsa settimana di 8,6 milioni di barili.
Gli operatori sono dunque preoccupati sulla capacità degli Stati Uniti, oltre che dell’Opec+, di sopperire al vuoto che sarà lasciato sul mercato dalla riduzione dell’export iraniano di greggio, su cui il prossimo novembre scatteranno le sanzioni Usa. Infatti, l’offerta di petrolio sul mercato dovrà anche essere in grado si sostenere l’impatto dell’incertezza legata ai continui scontri tra fazioni in Libia e all’output venezuelano.
Infine, negli ultimi giorni, i prezzi del greggio hanno beneficiato dell’imminente arrivo sulle coste del North Carolina dell’uragano Florence, che potrebbe arrecare danni ad alcuni dei principali oleodotti della regione.