L’istituto guidato da Carlo Messina ha in programma alcuni incontri con investitori istituzionali americani in un momento in cui il titolo ha perso da inizio anno il 12% come conseguenza dell’allargamento dello spread tra Btp e Bund, che ha penalizzato le banche italiane. Ma per i fund manager questo potrebbe essere proprio il timing giusto per entrare, se ritengono che il management della banca sia in grado di realizzare gli interessanti obiettivi del piano industriale presentato a febbraio. Piano centrato sullo sviluppo di asset management e polizze. Inoltre a questi prezzi il dividend yield atteso tocca l’8,7%, un livello decisamente elevato nell’attuale contesto dei tassi.
Intesa Sanpaolo ha avviato un roadshow negli Stati Uniti per presentare la propria strategia agli investitori americani.
Il timing degli incontri sembra appropriato visto il calo del titolo in Borsa che rende i prezzi interessanti alle attuali condizioni.
Le azioni dell’istituto guidato da Carlo Messina hanno infatti lasciato sul terreno da inizio anno il 12 per cento. Un andamento sostanzialmente in linea con il resto del settore bancario, il cui indice Ftse Italia Banche ha perso da inizio anno l’11 per cento.
Dinamica correlata soprattutto all’andamento dello spread, schizzato al rialzo per le incertezze legate alle decisioni economiche sul debito pubblico che saranno prese dal nuovo Governo.
Gli istituti di credito italiani hanno infatti forti esposizioni in titoli di Stato, per cui il loro andamento ha un effetto diretto sulle quotazioni.
Nel caso di Intesa Sanpaolo, tuttavia, bisogna considerare che la banca ha presentato lo scorso febbraio un nuovo piano di impresa basato su una forte crescita nei settori dell’asset management e in quello assicurativo.
Ed è proprio nel campo delle polizze che l’istituto vuole giocare la propria partita affermandosi come “Leader europeo nel wealth management e nella protection”.
Una svolta che si accompagna alla continua attenzione sull’efficienza e sul taglio dei costi. Incluso quello del rischio.
Sotto questo profilo Intesa Sanpaolo ha siglato un’intesa innovativa con il colosso scandinavo Intrum per la cessione della propria piattaforma di servicing, nella quale l’istituto mantiene comunque una significativa partecipazione non di maggioranza, e che ha incluso anche la vendita di un pacchetto da 10,8 miliardi di sofferenze.
L’accordo ha fatto scuola, come testimoniano le recenti parole del numero uno di Intrum, Mikael Ericson, il quale ha dichiarato che ha ricevuto richieste da parte di molti istituti europei interessati a replicare o partecipare all’operazione.
Ma tra gli elementi che il direttore finanziario Stefano Del Punta potrà sottolineare negli incontri con gli asset manager vi è anche l’appeal del dividendo.
Nel corso della presentazione della semestrale, infatti, l’Ad ha confermato l’attesa di un utile netto per il 2018 superiore ai 3,8 miliardi del 2017 (escluso il contributo cash di 3,5 miliardi per l’acquisto delle banche venete). Nel contempo ha ribadito che verrà distribuito come dividendo cash l’85% dell’utile netto.
Secondo le stime di consensus di Bloomberg, l’utile netto di Intesa Sanpaolo si attesterà nel 2018 a 4,1 miliardi. Il dividend yield, considerando una cedola in linea con quanto promesso, si attesterebbe agli attuali corsi di Borsa quindi all’8,7%. Un valore da bond high yield per una banca che invece è molto solida.