L’associazione dei calzaturifici della sezione moda di Confindustria ha comunicato i dati relativi all’andamento registrato dal comparto calzaturiero nel primo semestre, confermando la criticità di alcuni mercati nonostante il +4% dell’export stimato dal settore rispetto al pari periodo 2017.
Rimane negativa sui sei mesi la variazione della produzione in termini di volumi, scesa dell’1,2 per cento. Un risultato che sconta la contrazione del 3% del primo trimestre rispetto al pari periodo dello scorso anno, dopo che l’intero 2017 si era chiuso con il progresso delle esportazioni del 3,5% a 9,2 miliardi e con il calo dell’1,6% della spesa delle famiglie italiane.
In particolare, tra gennaio e maggio 2018 le esportazioni sono salite del 3,2% in valore e diminuite dell’1,7% in quantità. L’andamento previsto per giugno fa ipotizzare una chiusura della prima metà del 2018 con un +4 per cento.
Nel dettaglio per area geografica, la Francia si conferma primo buyer (+8,1%), al secondo posto la Svizzera, con un +17,3%, mentre blinda il terzo posto la Germania (+2,8%).
Gli Usa mostrano un -6,2% ma gli acquisti in quantità salgono del 6,3%; da segnalare che oltreoceano stanno comprando articoli non solo di alta gamma. Scorrendo la classifica dei maggiori clienti, il Regno Unito totalizza un +6,4% in valore e la Spagna un +2 per cento.
Il dato critico emerge invece dall’andamento delle vendite in Russia che, dopo una contrazione del 10% nel primo trimestre, segna un -9,1% sui cinque mesi (-12,5% in termini di quantità), mentre il +23,1% registrato in Cina (+21,3% in termini di quantità) si contrappone al calo del 13,3% realizzato ad Hong Kong.
Segnali positivi arrivano invece dall’accordo commerciale Ceta con il Canada: nonostante si tratti del 17° cliente di calzature italiane, le sue importazioni sono salite del 9,8% in valore e del 27,8% in quantità.
Come ha spiegato il presidente di Assocalzaturifici, Annarita Pilotti, in occasione della presentazione del Micam86, per il settore diventa sempre più importante ottenere in sede europea l’etichettatura “made in” obbligatoria. L’altra battaglia che intende proseguire è l’abbattimento del cuneo fiscale.
Per quanto riguarda le società quotate interessate si ricorda che nel primo semestre 2018 l’export di Geox ha registrato una contrazione del 7,7% a cambi correnti rispetto al pari periodo 2017. Stabili invece le esportazioni di Tod’s, in frazionale rialzo dello 0,27 per cento.