Il Ftse Italia Banche chiude sulla parità e poco al di sotto dell’omologo europeo (+0,4%), frenando parzialmente anche il Ftse Mib (+0,6%).
Il mercato continua ad essere sostenuto dalle rassicurazioni arrivate dai principali esponenti dell’esecutivo sul fatto che le misure che saranno implementate per sostenere la crescita non impatteranno sul rapporto deficit/Pil. Il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, ha sottolineato che si proseguirà su un sentiero di riduzione del debito pubblico.
In tale contesto lo spread Btp-Bund, il cui calo degli ultimi giorni aveva sostenuto la performance del comparto bancario, si restringe ulteriormente in area 215 pb (fonte Borsa Italiana). Sul settore creditizio, però, scattano alcune prese di profitto dopo i rialzi della scorsa ottava e quelli di lunedì, anche se grazie al recupero finale riesce a tenere.
Tengono i titoli del listino principale, tra cui Mediobanca (+0,3%), che secondo indiscrezioni sarebbe interessata a una piccola banca d’affari francese, mentre Ubi (+0,7%) risulta più reattiva.
Realizzi sui titoli del Mid Cap ok Credem (+0,5%), mentre scattano i realizzi su Popolare Sondrio (-1%), Creval (-0,8%), su cui alla fine ha prevalso la linea segnata dall’imprenditore Denis Dumont e che porterà al rinnovo integrale del board, e Mps (-1,5%), che nella seduta precedente aveva messo a segno un forte rialzo.
Tra le Small Cap termina invariata Carige, a un giono dall’assemblea che dovrà rinnovare il board e che vede contrapposti Vittorio Malacalza da una parte e la cordata capitanata da Raffaele Mincione dall’altra. Nel frattempo, è attesa la decisione del Tribunale sul ricorso presentato da Malacalza sul patto capitanato da Mincione. Frena Banca Finnat (-1,2%), il cui cda nei giorni scorsi ha approvato la relazione finanziaria semestrale definitiva.