A un mese esatto dall’assemblea di Ubi (fissata per il 19 ottobre) che dovrà sancire la riforma della governance con il passaggio dal sistema duale a quello monistico il presidente del consiglio di sorveglianza, Andrea Moltrasio, spiega in un’intervista le ragioni per cui ha deciso di intraprendere questa strada.
Il manager ha sottolineato che “la riforma della governance è l’ultimo tassello di questo processo, con una banca unica diventata spa, che oggi non ha più bisogno di un filtro di controllo tra il corpo sociale e l’organo di gestione”.
Dopo “avere valutato con attenzione tutte le alternative” – spiega Moltrasio – “abbiamo colto i punti di forza del monistico. A partire dal fatto che il comitato per il controllo sulla gestione sarà formato da membri interni al cda, che partecipando direttamente all’assunzione di decisioni strategiche valuteranno i rischi ex ante anziché ex post, come invece avviene nel caso del collegio sindacale previsto dallo schema tradizionale”.
“I comitati interni – prosegue il presidente – “saranno più allineati con il board, i processi decisionali saranno più rapidi, e viene valorizzato il ruolo dell’assemblea, cui spetta l’approvazione del bilancio, e dei consiglieri di minoranza. Senza contare che il monistico è il sistema più diffuso al Mondo: ci allineiamo alle best practices internazionali”.
Il nuovo sistema di governo societario dovrebbe entrare in vigore nella primavera del 2019, quando scadrà il mandato dell’attuale board. In proposito, Moltrasio ha sottolineato che “Lo statuto non lo prevede e l’attuale consiglio non presenterà una propria lista”.
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