La Bce ha comunicato in via definitiva a Carige di non approvare il piano di conservazione del capitale presentato a giugno e di richiedere la redazione di uno nuovo entro il 30 novembre. Sarà questo il primo compito della nuova governance della banca che emergerà dall’assemblea che si riunirà oggi a Genova per votare il cda.
Carige ha emesso un comunicato nella tarda serata di ieri per informare che la Bce non ha approvato il piano di conservazione del capitale, presentato dalla banca lo scorso mese di giugno, e ha chiesto che ne venga presentato uno nuovo entro il 30 novembre. Per l’autorità di controllo bancaria europea il nuovo piano dovrebbe contenere anche l’ipotesi di un’aggregazione aziendale.
Proprio oggi si riunirà a Genova l’assemblea dell’istituto ligure per decidere il nuovo consiglio di amministrazione. Il Tribunale di Genova ha ammesso al voto anche la lista presentata da patto guidato da Raffaele Mincione, seppur limitando la quota che può esprimere il voto al 9,9 per cento. Qualsiasi sia lo schieramento che riuscirà ad assicurarsi la guida della banca quindi, sia il principale socio Vittorio Malacalza o sia il patto che sostiene l’attuale Ad Paolo Fiorentino, avrà come prima mission aziendale quella di predisporre un nuovo piano per la conservazione del capitale da presentare alla Bce.
Carige, nella nota emessa ieri sera, ha precisato che il consiglio di amministrazione riunitosi ieri ha preso atto della decisione definitiva della Banca Centrale Europea notificata il 14 settembre 2018, che conferma il contenuto anticipato nel progetto di decisione del 20 luglio scorso e reso noto il 22 luglio, in cui fa sapere “di non approvare il piano di conservazione del capitale (Capital Conservation Plan, CCP) presentato dal soggetto vigilato il 22 giugno 2018”.
Inoltre, l’Eurotower richiede che “il soggetto vigilato presenti alla Bce al più tardi entro il 30 novembre 2018, un piano approvato dal consiglio di amministrazione per ripristinare e assicurare in modo sostenibile l’osservanza dei requisiti patrimoniali al più tardi entro il 31 dicembre 2018”.
Francoforte specifica che “tale piano dovrebbe in particolare valutare l’opzione di un’aggregazione aziendale”.
Anche in quest’ultimo caso la Bce terrà sotto stretta osservazione i requisiti di capitale del nuovo aggregato, magari richiedendo operazioni straordinarie di rafforzamento, se ritenuto necessario, come è stato per la fusione tra Banco Popolare e Bpm.
“Qualora fosse perseguita una soluzione mirata a un’aggregazione aziendale per assicurare in modo sostenibile l’osservanza dei requisiti patrimoniali, la Bce stabilirà un nuovo termine entro il quale al più tardi dovrà essere completata l’osservanza di tutti i requisiti patrimoniali per rispecchiare le esigenze di tale operazione di aggregazione aziendale”, si legge infatti nella nota.
Si sottolinea infine che resta ferma la possibilità per Carige, in quanto soggetto vigilato, di presentare richiesta di riesame amministrativo interno e/o giurisdizionale della decisione alle condizioni ed entro i termini previsti dalla normativa vigente.