Carlo Messina, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, afferma di non avere nessuna preoccupazione per gli esiti dello stress test della Bce che sarà reso noto a novembre.
“Non la definirei assolutamente una fase dialettica”, ha commentato il manager rispondendo a una domanda sui rumor di contatti in corso tra la Bce e le quattro maggiori banche italiane sugli stress test, “ma un normale sviluppo di un processo di stress test. Non ho nessun tipo di preoccupazione anche perché siamo una banca con una tale forza patrimoniale e una tale capacità di reddito che siamo in grado di sopportare qualsiasi stress molto forte”.
Riguardo la solidità e le prospettive di Intesa Sanpaolo come perno dell’economia italiana Messina ha osservato: ”Intesa Sanpaolo ha 1 trilione di risparmi degli italiani, per noi è un lavoro accelerare l’economia reale e trovare soluzioni per far star meglio gli italiani. Dobbiamo dare ai nostri creditori, che hanno 600 miliardi del nostro debito, visioni di prospettiva di crescita del Paese. Per me sono far accelerare il Pil e recuperare lavoro nel Mezzogiorno. Abbiamo 10 trilioni di risparmio, che è un valore che pochi altri Paesi hanno. A prescindere dalla disoccupazione giovanile, nel Mezzogiorno, la condizione strutturale del Paese è che ha forza nel risparmio delle famiglie e nella leadership delle imprese. Ma il debito ha raggiunto livelli inaccettabili per i cittadini italiani”.
Infine, Messina ha parlato delle quote possedute in Bankitalia richiamando la necessità di un allargamento della platea dei potenziali acquirenti delle quote sopra il 3% ancora possedute dalle banche, definiti per legge. “Un po’ alla volta le stiamo vendendo” ha commentato Messina, “ci sono acquirenti elettivi come le fondazioni, certo andrebbe allargata la platea ai fondi comuni di investimento perché sono investimenti con zero rischio e buona redditività. La legge non lo prevede ma sarebbe un’evoluzione corretta anche per il risparmio gestito in Italia”.