Carige – Titolo sotto pressione (-6%)

Carige pesante a Piazza Affari. Intorno alle 09:40 il titolo segna un ribasso del 6% a 0,0079 euro, finendo in asta di volatilità.

Lo scorso venerdì il nuovo cda si è riunito per la prima volta sotto la presidenza di Pietro Modiano e ha attribuito a Fabio Innocenzi la carica di Ad. Il tutto dopo che l’assemblea dello scorso 20 settembre ha sancito la vittoria della famiglia Malacalza sulla cordata formata da Raffaele Mincione, Gabriele Volpi e Aldo Spinelli.

La questione più impellente che il neo Ceo dovrà affrontare riguarda la predisposizione di un nuovo piano di conservazione del capitale da presentare alla Bce entro il prossimo 30 novembre, dopo la bocciatura definitiva arrivata dalla stessa Eurotower di quello attuale. I requisiti patrimoniali dovranno essere ripristinati entro il 31 dicembre 2018.

A tale riguardo il mercato si chiede se sarà necessario un nuovo aumento di capitale. Ipotesi smentita a caldo da Mattia Malacalza: “È un po’ presto per parlare di aumento di capitale”. Tuttavia, sia lui sia il presidente Modiano hanno confermato che la famiglia è disposta a sostenere anche in futuro la banca.

Una delle azioni che l’istituto dovrà probabilmente mettere in atto è l’emissione di quei bond subordinati che erano previsti a febbraio, ma che, dopo un roadshow accolto dagli investitori con freddezza, la banca ha deciso di rinviare. Gli ultimi rumor riportano che sarebbe allo studio un’obbligazione da 200 milioni, che la famiglia Malacalza potrebbe sottoscrivere in parte.

Senza contare che il nuovo vertice dovrà riprendere in mano anche i dossier riguardanti la cessione degli asset non strategici, tra cui alcuni immobili, la partecipazione in Bankitalia e il 20% nell’Autostrada dei Fiori.

Si ricorda che la richiesta arrivata dalla Bce ha esplicitamente indicato di non escludere un’eventuale aggregazione nel nuovo piano di ripristino del capitale. Quello che era uno dei cavalli di battaglia di Raffaele Mincione, e che la famiglia Malacalza, invece, ritiene non sia un’opzione da esaminare se non con calma nel giro di un paio d’anni dopo aver completato il risanamento dell’istituto.