Mattinata debole per le Borse europee, in linea con l’andamento dei futures di Wall Street, in un clima ancora appesantito dalle crescenti tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina. Intorno alle 12:00 il Ftse Mib cede lo 0,8%, arretrato rispetto al Dax di Francoforte (-0,4%), il Ftse 100 di Londra (-0,2%), il Cac 40 di Parigi (-0,2%) e l’Ibex 35 di Madrid (-0,5%).
Sono entrati in vigore oggi i nuovi dazi americani su 200 miliardi di dollari di importazioni cinesi, che si aggiungono a quelli da 50 miliardi di dollari introdotti precedentemente portando il totale dei prodotti tassati a 250 miliardi, circa la metà dell’import complessivo dalla Cina.
Pechino ha risposto con tariffe su 60 miliardi di dollari di beni made in Usa e ha annullato i colloqui commerciali previsti per questa settimana a Washington, gettando le premesse per un’ulteriore escalation di tensioni. L’amministrazione Trump, infatti, è pronta ad alzare ulteriormente il tiro, introducendo tariffe su altri 267 miliardi di dollari di merci colpendo così il totale delle importazioni dalla prima economia asiatica.
Il tutto mentre cresce l’attesa per la riunione della Federal Reserve, che mercoledì dovrebbe annunciare il terzo rialzo dei tassi di interesse da inizio anno e potrebbe lasciare aperta la porta per un ulteriore intervento sul costo del denaro a dicembre.
Nel frattempo, il cambio euro/dollaro risale a 1,177, sostenuto in parte dall’indice Ifo di settembre risultato superiore alle attese. L’indicatore relativo alla fiducia delle aziende tedesche si è attestato a 103,7 punti (consensus 103,2) mentre il sotto-indice sulle aspettative di business è pari a 101,0 punti (stima 100,5).
Per quanto riguarda l’Italia, l’attenzione degli investitori rimane catalizzata dalla legge di bilancio e dalle ultime discussioni e correzioni sul documento che anticipa di fatto la manovra finanziaria del Governo. I rendimenti obbligazionari riflettono tale dinamica e salgono maggiormente rispetto ai benhmark europei, con il tasso del Btp decennale in rialzo di quasi sei bp al 2,88% e lo spread Btp-Bund in area 240 bp (fonte Bloomberg).
Tra le materie prime avanzano di circa 2 punti percentuali le quotazioni del petrolio, con Wti e Brent rispettivamente a 72,1 e 80,1 dollari al barile, a seguito della riunione dell’Opec che ha evidenziato una minor urgenza di incrementare la produzione nonostante le pressioni degli Stati uniti per ridurre i prezzi.
Dinamica che, a Piazza Affari, sostiene SAIPEM (+3,8%) mentre ENI (-0,5%) sconta lo stacco dell’acconto sul dividendo. Inoltre Saipem ha annunciato di essere stata confermata nel Dow Jones Sustainability World and Europe Index (DJSI), ottenendo la prima posizione tra le società del settore “Energy Equipment Services”. Il rialzo dello spread penalizza banche e utilities, eccetto BPER (+2,1%). Tra le peggiori anche FERRAGAMO (-1,7%) e TELECOM ITALIA (-1,6%).