Intorno a mezzogiorno Milano primeggia fra le Borse del Vecchio Continente, con il Ftse Mib in rialzo dell’1,3% in area 21.600 punti, sostenuto anche dalla minor tensione sui titoli di Stato italiani.
Marginali guadagni per gli altri listini, con il Dax di Francoforte, il Ftse 100 di Londra, il Cac 40 di Parigi e l’Ibex 35 di Madrid in progresso dello 0,1-0,2%, così come i futures di Wall Street che avanzano di pochi centesimi di punto percentuale.
Sullo sfondo permangono le tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina, dopo le accuse reciproche e l’interruzione dei negoziati, all’indomani dell’entrata in vigore dei nuovi dazi. Intanto l’attenzione si sposta sulla riunione della Fed che prende il via oggi e si concluderà domani con un quasi certo incremento dei tassi e gli operatori attenti a capire se ci sarà spazio per un ulteriore stretta monetaria a dicembre.
Movimenti contenuti sul Forex, dove l’euro/dollaro rimane in area 1,176 e il dollaro/yen a 112,8, mentre la sterlina è in area 1,315 sul biglietto verde mentre si fa largo l’ipotesi di elezioni anticipate a novembre o di un secondo referendum sulla Brexit.
Sull’obbligazionario riprendono vigore i titoli di Stato italiani dopo le vendite della seduta precedente, a due giorni dalle decisioni finali sull’aggiornamento del documento al Def e dopo l’asta del Tesoro di stamattina. Gli acquisti sui Btp consentono al tasso di scendere di circa 10 punti base al 2,84%, con uno spread dal Bund in calo di 12 bp a 231 punti base.
Tra le materie prime continua la corsa del petrolio in scia alle decisioni dell’Opec, con Wti e Brent rispettivamente in area 72,6 e 81,4 dollari al barile.
Tornando a Piazza Affari, resta in evidenza LEONARDO (+3,3%), dopo che la US Air Force ha scelto l’elicottero MH-139, basato sull’AW 139 del gruppo italiano e offerto da Boeing in qualità di prime contractor, per la sostituzione della flotta di UH-1N “Huey”, in un programma del valore di circa 2,4 miliardi di dollari.
Ancora acquisti su SAIPEM (+3%), sui massimi da gennaio 2017, bene MEDIASET (+2,5%) e STM (+2,2%). Ben intonato il comparto bancario in scia alla riduzione dei rendimenti obbligazionari, con INTESA a +2,2% e UNICREDIT a +2 per cento. Debole PRYSMIAN a -1 per cento.