Avvio di settimana negativo per il Ftse Italia Petrolio e Gas Naturale che, appesantito dallo stacco della cedola di Eni, non riesce a sfruttare il rally del greggio chiudendo a -0,8% rispetto al +0,9% del corrispondente indice europeo.
Sotto pressione il Ftse Mib (-0,9%) e le Borse europee, appesantite anche dalla partenza negativa di Wall Street, nel giorno dell’entrata in vigore dei dazi reciproci tra Usa e Cina.
Deciso balzo in avanti per le quotazioni del greggio, dopo che l’Opec ha escluso un aumento a breve termine della produzione in risposta alle richieste di Trump, che aveva intimato all’organizzazione di far scendere il prezzo del petrolio. In questo scenario, poco dopo la chiusura di ieri, il Wti scambiava a 72,5 $/bl (+2,4%) e il Brent a 81,2 $/bl (+3%).
Sull’azionario, corre tra le big Saipem (+3,5%) che nel corso della seduta ha toccato nuovi massimi da gennaio 2017 superando la soglia dei 5 euro. Si segnala inoltre che la società è stata confermata nel Dow Jones Sustainability World and Europe Index, al primo posto tra gli Energy Equipment Services.
Bene anche Tenaris (+1%) mentre perde terreno Eni (-0,9%) dopo lo stacco dell’acconto sul dividendo per 0,42 euro, senza il quale il titolo avrebbe terminato le contrattazioni con il segno più. Il cane a sei zampe ha inoltre siglato un accordo con l’UNDP per lo sviluppo sostenibile in Africa.
Tra le Mid Cap, in lieve calo Maire Tecnimont (-0,7%) mentre le vendite hanno penalizzato maggiormente Saras (-1,8%) che ha reso noto il dato sull’EMC Benchmark, sceso in negativo nella scorsa settimana per circa 0,5 dollari/barile.
Infine, poco mosse le società a minore capitalizzazione Gas Plus (flat) e d’Amico (-0,3%).