Partenza fortemente negativa per il comparto bancario a Piazza Affari. A mezz’ora dall’inizio delle contrattazioni Il Ftse Italia Banche registra un pesante rosso del 4,3 per cento.
L’andamento risente del repentino innalzamento dello spread Btp-Bund in area 260 pb dai 235 pb di ieri (fonte Borsa Italiana).
L’allargamento dello spread è avvenuta in scia alla comunicazione, avvenuta ieri in tarda serata, che l’esecutivo ha fissato al 2,4% il target del rapporto deficit/Pil per i prossimi tre anni nella nota di aggiornamento del Def approvata in un Consiglio dei ministri durato quasi tre ore (era iniziato alle 20:00).
A spingere in questa direzione sono stati soprattutto i due vice premier, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, allo scopo di trovare le risorse necessarie per fare fronte a quanto promesso nel contratto di Governo, in primis reddito di cittadinanza, revisione della legge Fornero e flat tax.
Nei giorni scorsi i mercati erano stati tranquillizzati dalle intenzioni del ministro dell’Economia, Giovanni Tria, di voler contenere suddetto rapporto sotto il 2% (1,6% per la precisione). Ma alla fine l’inquilino del Tesoro ha dovuto cedere alle richieste dei due vice presidenti del Consiglio e leader dei partiti che sostengono l’esecutivo Conte, Lega Nord e Movimento 5 Stelle. Tria è comunque rimasto al suo posto.
Le vendite colpiscono tutti i titoli del listino principale, con Intesa Sanpaolo (-5,8% a 2,26 euro), UniCredit (-6,4% a 13,01 euro), Banco Bpm (-6% a 2,20 euro), Ubi (-4,9% a 3,57 euro), Mediobanca (-2,6% a 8,93 euro), Bper (-3,4% a 4,21 euro). Stesso copione sul Mid Cap con Credem (-2,7% a 5,73 euro), Creval (-3,3% a 0,111 euro), Mps (-4,6% a 2,25 euro) e Popolare Sondrio (-3,5% a 3,43 euro). Tra le Small Cap male Carige (-1,5% a 0,0068 euro).