Il Ftse Italia Banche chiude con un ribasso dell’1,3% e sotto-performando di un punto percentuale l’omologo europeo (-0,4%), portandosi dietro anche il Ftse Mib (-0,6%).
Il mercato era in attesa di conoscere i target quantitativi della nota di aggiornamento del Def 2019 al centro del consiglio dei Ministri programmato per ieri alle 20:00, a partire dal rapporto deficit/Pil. Alla fine, dopo quasi tre ore, è stata raggiunta un’intesa sul 2,4% per i prossimi tre anni, com’era nelle intenzioni dei due vice presidenti del Consiglio, Matteo Salvini e Luigi Di Maio.
Su questo punto, era nato un contrasto tra il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, che intendeva contenere tale rapporto sotto il 2% e i due vice premier, che volevano portarlo al suddetto 2,4%, in modo da trovare le risorse per finanziarie quanto promesso nel contratto di Governo, in primis reddito di cittadinanza, legge Fornero e flat tax.
Nello scenario di giornata lo spread Btp-Bund è dapprima risalito repentinamente in area 240 pb fino a portarsi a 250 pb per poi riscendere a 235 pb (fonte Borsa Italiana). Questo andamento ha comportato pesanti vendite sul comparto bancario in avvio, prima che si riducessero man mano nel corso della seduta. Riguardo al settore, secondo quanto riportata dalla stampa, nella bozza del Def si dice che la riforma delle banche popolari verrà completata e che verrà completato il percorso di riduzione dei crediti deteriorati, con la garanzia pubblica (Gacs) che potrebbe essere estese anche agli Utp.
In rosso tutti i titoli del listino principale, incluse Bper (-1%), che secondo i rumor potrebbe rinviare di un mese la presentazione del nuovo piano industriale, e Mediobanca (-1%), il cui patto di sindacato ha ricevuto la disdetta del gruppo Bolloré, Evento che ha comportato la discesa della quota di capitale vincolare al di sotto del 25%, che porterebbe allo scioglimento dell’accordo. I membri rimasti, comunque, starebbero studiando anche delle alternative. Tiene meglio Banco Bpm (-0,4%), recuperando man mano nel corso della seduta.
Nel Mid Cap vendite su Credem (-1,8%), Popolare Sondrio (-0,6%) e Mps (-2%), che nel frattempo procede nel de-risking. In controtendenza Creval (+2%), dopo il via libera di Bankitalia al sistema interno di misurazione del rischio di credito. Nel frattempo Davide Serra, il fondatore del fondo Algebris (azionista della banca), ha speso parole di apprezzamento per Luigi Lovaglio, candidato alla presidenza del cda nella lista presentata dall’altro socio Denis Dumont.
Tra le Small Cap nuova pesante frenata per Carige (-5,5%), su cui è forte il pressing della Bce per la predisposizione di un nuovo piano di conservazione del capitale. Torna a salire Banco Desio (+0,5%), dopo il rallentamento di mercoledì.