Piazza Affari recupera dai minimi intraday grazie alla parziale rimonta dei Btp e al leggero miglioramento di Wall Street ma il Ftse Mib chiude comunque in ribasso del 3,7% a 20,711 punti. L’incertezza politica finisce per penalizzare anche gli altri eurolistini, con segni rossi per il Dax di Francoforte (-1,5%), il Cac 40 di Parigi (-0,8%), l’Ibex 35 di Madrid (-1,3%) e, in misura minore, il Ftse 100 di Londra (-0,5%). Oltreoceano, gli indici americani viaggiano poco distanti dalla parità dopo un avvio debole e si avviano ad archiviare il migliore trimestre degli ultimi 5 anni.
L’accordo sulla manovra finanziaria con rapporto deficit/Pil al 2,4% ha riacceso i riflettori sui rischi legati al debito pubblico italiano, mettendo sotto pressione titoli di Stato e azionario. La scelta del Governo di giocare la cifra più alta della forchetta dello sforamento del deficit rappresenta una sfida aperta a Bruxelles e la reazione dei mercati è stata brusca, seppure prevedibile, con il rendimento del Btp decennale schizzato in area 3,14% (+26 bp) e con un differenziale dal benchmark tedesco di 267 punti base (+32 bp), dopo avere toccato punte in area 280 bp.
Sul Forex l’euro scivola sotto la soglia di 1,16 dollari, per poi risalire a 1,162 dopo i dati americani che hanno evidenziato un rallentamento della spesa per consumi negli Usa. Il cambio fra biglietto verde e yen avanza in prossimità dei massimi da inizio anno a 113,6. La sterlina arretra a 1,301 dollari e resta a 0,89 nei confronti della moneta unica, dopo i numeri sul Pil del secondo trimestre (+0,4% t/t e +1,2% a/a).
Sul fronte macro si segnala il report sull’inflazione dell’Eurozona che si conferma al 2,1%, anche se il dato core scende allo 0,9 per cento. In lieve rallentamento l’inflazione italiana (1,6% il dato armonizzato Ue), mentre il tasso di disoccupazione in Germania cala al 5,1 per cento.
Tra le materie prime guadagnano leggermente terreno le quotazioni del petrolio con Wti e Brent rispettivamente a 72,2 e 81,9 dollari al barile, ben intonati per chiudere la settimana in rialzo grazie alle previsioni di un imminente riduzione dell’offerta.
Tornando a Piazza Affari, le vendite investono tutte le big cap e in particolare i titoli finanziari, con BANCO BPM (-9,4%), BPER (-8,3%), UBI (-7,8%), INTESA SANPAOLO (-8,4%), BANCA GENERALI (-7,2%) e UNICREDIT (-6,7%) in fondo al Ftse Mib. Il rialzo dei rendimenti penalizza anche le utilities, con ENEL a -3,7 per cento. Male anche altre società esposte al business domestico, come TELECOM ITALIA (-4%).
Unico segno positivo per SAIPEM (+0,7%); limitano i danni PIRELLI (-0,4%) e ATLANTIA (-0,45%).