L’accordo sulla manovra finanziaria con rapporto deficit/pil al 2,4% ha riacceso i riflettori sulla situazione politica italiana mettendo sotto pressione titoli di Stato e azionario.
Intorno alle 12:05 il Ftse Mib di Milano perde il 3,4%, appesantito soprattutto dalle banche in scia al rialzo di oltre 40 punti base dello spread Btp-Bund. Variazioni negative più contenute per Dax di Francoforte (-0,8%), Ftse 100 di Londra (-0,2%), Cac 40 di Parigi (-0,5%) e Ibex 35 di Madrid (-1,4%) mentre i futures di Wall Street scambiano in frazionale ribasso.
Lega e M5S hanno dunque avuto la meglio sul Ministro dell’Economia Giovanni Tria, che avrebbe voluto mantenere l’indebitamento netto all’1,6% o comunque al di sotto della soglia del 2 per cento. La scelta del Governo di giocare la cifra più alta della forchetta dello sforamento del deficit rappresenta una sfida aperta a Bruxelles e la reazione dei mercati non sorprende.
Il rendimento del Btp decennale è schizzato in area 3,23% con un differenziale dal benchmark tedesco di 278 punti base (+43 bp).
Sul Forex l’euro scivola in area 1,16 dollari, dopo il report sull’inflazione dell’Eurozona che si conferma al 2,1%, anche se il dato core scende allo 0,9 per cento. Il cambio fra biglietto verde e yen avanza in prossimità dei massimi da inizio anno a 113,4. La sterlina arretra a 1,305 dollari e sale a 0,888 nei confronti della moneta unica, dopo i numeri sul Pil del secondo trimestre (+0,4% t/t e +1,2% a/a).
In lieve rallentamento l’inflazione italiana (1,6% il dato armonizzato Ue) mentre il tasso di disoccupazione in Germania cala al 5,1 per cento. Nel pomeriggio in Usa, invece, saranno pubblicate le statistiche sul deflatore dei consumi, il reddito e la spesa personale ad agosto e l’indice dei direttori d’acquisto di Chicago di settembre.
Tra le materie prime guadagnano leggermente terreno le quotazioni del petrolio con Wti e Brent rispettivamente a 72,3 e 81,7 dollari al barile, ben intonati per chiudere la settimana in rialzo grazie alle previsioni di un imminente riduzione dell’offerta.
Tornando a Piazza Affar accelerano al ribasso i bancari BPER (-8,8%), BANCO BPM (-8,5%), UBI (-7,3%), UNICREDIT (-6,8%), INTESA (-6,8%) e MEDIOBANCA (-5%). Vendite anche su POSTE ITALIANE (-5,8%), UNIPOL (-5%), GENERALI (-4%) e BANCA GENERALI (-4,9%), mentre LEONARDO (-4,9%) arretra dopo che la gara T-X da 9,2 miliardi di dollari per la fornitura dei nuovi aerei da addestramento dell’aereonautica Usa è stata assegnata al consorzio formato da Boeing e dalla svedese Saab. Il rialzo dei rendimenti penalizza anche le utilities, con ENEL a -4% mentre resistono i titoli meno esposti in Italia come MONCLER (flat) e FERRAGAMO (+0,3%), FERRARI (-0,2%) e CAMPARI (-0,3%).