ll Ftse Italia Servizi Finanziari termina con un rosso dell’1,2% e in direzione opposta rispetto all’analogo europeo (+0,1%), risentendo della seduta negativa del comparto bancario (-1,3%) e uniformandosi al Ftse Mib (-0,6%).
Gli investitori erano concentrati sulla divulgazione dei numeri contenuti nella nota di aggiornamento del Def 2019 oggetto del consiglio dei Ministri fissato per le 20:00 di ieri a cominciare dal rapporto deficit/Pil. Alla fine, dopo quasi tre ore, l’accordo è stato raggiunto sul 2,4% per il prossimo triennio, come volevano i due vice premier, Luigi Di Maio e Matteo Salvini.
Sulla questione ci sono state differenze di vedute tra l’inquilino del Tesoro, Giovanni Tria, che voleva limitare suddetto rapporto sotto il 2% e i due vice presidenti del Consiglio, che intendevano farlo salire al già citato 2,4%, allo scopo di reperire i fondi per fare fronte a quanto promesso nel contratto di Governo, a partire reddito di cittadinanza, legge Fornero e flat tax.
Le vendite sul comparto bancario si sono riflesse anche sui titoli del risparmio gestito, inclusa Anima (-1,6%). Fisiologica frenata per Banca Generali, reduce da un ottimo mese.
Qualche realizzo su Exor (-0,2%), dopo i rialzi degli ultimi giorni sostenuti dalla conferma del ‘buy’ da parte di Ubs con target price alzato da 73 euro a 79 euro.
Nel Mid Cap tonfo di Banca Ifis (-7,2%) che conferma il trend sull’ottovolante degli ultimi tempi, con la banca che ne frattempo ha siglato un accordo nel factoring con Sga. Si fermano le vendite su doBank (+0,4%). Tornano gli acquisti su Cerved (+0,8%). Ok Banca Farmafactoring (+0,9%).
Tra le Small Cap tenta un nuovo lieve recupero Banca Intermobiliare (+0,7%), che ha completato la cessione del proprio patrimonio immobiliare. Bene Banca Sistema (+2,4%), su cui Banca Imi nei giorni scorsi ha avviato la copertura con un ‘buy’ e target price a 3 euro.