Prima ora di contrattazioni all’insegna della netta prevalenza della lettera sui principali titoli del settore utility e delle rinnovabili quotati sul listino milanese. Alle 10:03 il Ftse Italia Servizi Pubblici è in ribasso del 3% a fronte di un calo del 2,5% del principale indice di piazza Affari, cioè il Ftse Mib.
Ad alimentare le vendite sul paniere dei titoli del settore utility e delle rinnovabili, ma anche dell’intera piazza Affari, il nuovo rialzo dei rendimenti sui titoli di Stato italiani con lo yield del Btp a 10 anni al 3,15% (+27 punti base), e con lo spread sul Bund balzato a quota 266 (+30 punti base).
L’allargamento del differenziale tra il decennale italiano e l’equivalente tedesco è avvenuto in scia all’annuncio dell’accordo raggiunto tra il tandem Lega/M5S e il ministro Tria di un rapporto deficit/Pil al 2,4% per i prossimi tre anni.
Target quest’ultimo sostenuto in particolare da Matteo Salvini e Luigi Di Maio, mentre l’inquilino del Tesoro, che alla fine ha dovuto cedere alle richieste dei due vice premier, puntava a mantenere suddetto ratio all’1,6%, in quanto un livello maggiore di deficit potrebbe mettere a rischio la riduzione strutturale del debito pubblico italiano.
Ricordiamo l’elevata sensibilità dei titoli del settore utility all’andamento dei tassi a causa di una struttura finanziaria con una più alta leva finanziaria rispetto a quella di altri comparti.
Vendite diffuse su tutto il comparto a partire dalle Big con Italgas in ribasso dell’1,6%, seguita da Snam (-1,7%), A2A (-1,9%), Terna (-2,9%) ed Enel (-3,7%). Male anche le società a media capitalizzazione del settore con Acea in coda (-2,2%).