Seduta nervosa per Piazza Affari, archiviata con il Ftse Mib in calo dello 0,5% a 20.610 punti. Il listino milanese ha inizialmente tentato un rimbalzo dalla seduta nera di venerdì chiusa a -3,7%, ma nel pomeriggio si è rimangiato i guadagni della mattinata in scia al peggioramento dei bancari e alla risalita dello spread Btp-Bund.
Positivi il Dax di Francoforte (+0,8%), il Cac 40 di Parigi (+0,2%), l’Ibex 35 di Madrid (+0,2%); debole il Ftse 100 di Londra (-0,2%). A Wall Street gli indici a stelle e strisce avanzano tra lo 0,5% e l’1% in scia all’accordo fra Stati Uniti, Canada e Messico sulla revisione del Nafta.
Nel pomeriggio si è tenuta la riunione dell’Eurogruppo e sono giunte critiche dal commissario Ue, Pierre Moscovici, e dal vice presidente della Commissione Europea, Validis Dombrovskis, sul rapporto deficit/Pil al 2,4% contenuto nella nota di aggiornamento al Def, in quanto ritenuto non conforme con le regole europee. La manovra italiana verrà discussa domani durante la riunione settimanale del collegio dei commissari, ma il ministro Giovanni Tria farà ritorno anticipato a Roma e non prenderà parte all’Ecofin in Lussemburgo.
Dinamica che ha riacutizzato la tensione sul Btp decennale, dopo il lieve recupero della mattinata, facendo risalire il rendimento al 3,3% (+16 bp) e allargando lo spread dal benchmark tedesco a 283 punti base (+16 bp). Ancora più accentuati i rialzi dei tassi sulle scadenze più brevi, con il biennale e il quinquennale in aumento di oltre 30 punti base rispettivamente a 1,3% e 2,54 per cento.
Sul Forex l’euro scivola sotto quota 1,16 dollari, con il biglietto verde sostenuto dall’intesa per rinnovare il patto sul libero scambio nordamericano, mentre arretra la valuta rifugio yen, a 114 nei confronti del dollaro.
La moneta unica risente in parte dei dati deboli di settembre sulla crescita del manifatturiero nell’Eurozona, ai minimi da circa due anni, mentre la disoccupazione è calata ad agosto all’8,1 per cento. Negli Usa, invece, il Pmi manifatturiero è salito ai massimi di 4 anni a quota 55,6 punti. Intanto Christine Lagarde, direttore operativo del Fondo Monetario Internazionale, ha dichiarato che l’organismo è pronto a tagliare le stime di crescita sull’economia globale.
Tra le materie prime le quotazioni del petrolio tornano sui valori della vigilia, con Wti e Brent rispettivamente a 73,1 e 82,8 dollari al barile, mentre l’oro scivola a 1.188 dollari l’oncia.
A Piazza Affari chiudono in coda alle big cap BANCO BPM (-5,8%), UBI (-4,6%), BPER (-3,9%), INTESA SANPAOLO (-3,9%), MEDIOBANCA (-3%) e UNICREDIT (-2,3%), oltre a TELECOM ITALIA (-5,3%), penalizzata dal downgrade di Barclays da ‘equal-weight’ ad ‘underweight’ con target price tagliato da 0,60 euro a 0,43 euro.
In controtendenza, invece, MONCLER (+4,6%), BUZZI (+3,6%), TENARIS (+2,7%) e FCA (+2,3%), quest’ultima grazie alle nuove regole per il commercio e la produzione di auto che dovrebbero in parte eliminare il rischio di tariffe sulle importazioni di veicoli in Usa.