Milano tenta il recupero dopo la debacle di venerdì e intorno alle 12:10 guida i listini europei, con il Ftse Mib in rialzo dell’1,5% sopra 21 mila punti. Ben intonati anche il Dax di Francoforte (+0,7%), il Ftse 100 di Londra (+0,1%), il Cac 40 di Parigi (+0,3%) e l’Ibex 35 di Madrid (+0,8%), in scia ai futures di Wall Street che guadagnano oltre mezzo punto percentuale dopo l’accordo fra Stati Uniti, Canada e Messico per la revisione del Nafta.
Si allenta parzialmente la tensione sul Btp, con il rendimento al 3,13% e lo spread in flessione di circa 4 punti a 263 punti base, dopo l’impennata di venerdì in seguito alla nota di aggiornamento sul Def, in attesa di capire i dettagli della manovra che influiranno senz’altro anche sul giudizio delle agenzie di rating.
Sul Forex l’euro torna sopra quota 1,16 dollari nonostante i dati deboli di settembre sulla crescita del manifatturiero nell’eurozona, ai minimi da circa due anni, mentre la disoccupazione è calata ad agosto all’8,1 per cento. In ribasso la valuta rifugio yen, a 114 nei confronti del biglietto verde e a 132,4 rispetto alla moneta unica.
Tra le materie prime risalgono lievemente le quotazioni del petrolio, con Wti e Brent rispettivamente a 73,45 e 83,2 dollari al barile, mentre l’oro scivola a 1.186 dollari l’oncia.
Tornando a Piazza Affari, l’accordo sul Nafta sostiene TENARIS (+5,2%) e FCA (+3,5%), quest’ultima grazie alle nuove regole per il commercio e la produzione di auto che dovrebbero in parte eliminare il rischio di tariffe sulle importazioni di veicoli in Usa. Ben intonate anche MONCLER (+4%) e SAIPEM (+3,2%).
Contrastati i bancari, mentre viaggia ancora in ribasso TELECOM ITALIA (-0,9%), penalizzata dal downgrade di Barclays da ‘equal-weight’ ed ‘underweight’ con target price tagliato da 0,60 a 0,43 euro. Secondo Moody’s, inoltre, l’asta delle frequenze 5G si sta rivelando più costosa delle attese e potrebbe portare a un aumento del debito del gruppo, senza però creare pressione negativa sul rating.