ll Ftse Italia Servizi Finanziari termina con un rosso del 3,8% e facendo molto peggio dell’analogo europeo (-0,8%), risentendo della settimana sotto pressione del comparto bancario (-8,3%) e uniformandosi al Ftse Mib (-3,8%).
L’andamento è stato condizionato dalle significative vendite dello scorso venerdì. Il tutto dopo che gli investitori, dopo avere atteso a lungo, sono rimasti preoccupati dall’indicazione giunta dalla nota di aggiornamento del Def, varata dal Consiglio dei ministri riunitosi lo scorso giovedì, in riferimento al rapporto deficit/Pil, stabilito al 2,4% per i prossimi tre anni.
Su tale questione, c’erano state differenze di vedute tra l’inquilino del Tesoro, Giovanni Tria, che voleva limitare suddetto rapporto sotto il 2% e i due vice presidenti del Consiglio, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, che intendevano farlo salire al gia citato 2,4%, allo scopo di reperire i fondi per fare fronte a quanto promesso nel contratto di Governo, a partire reddito di cittadinanza, legge Fornero e flat tax. Il ministro dell’Economia alla fine ha dovuto arrendersi alla richiesta.
Le forti vendite sul comparto bancario si sono riflesse anche sui titoli del risparmio gestito, inclusa Anima (-7,3%). Tiene nettamente meglio Fineco (-1,1%), che in settimana ha agganciato nuovi massimi storici.
Contiene il calo Exor (-0,2%), supportata dalla conferma del ‘buy’ da parte di Ubs con target price alzato da 73 euro a 79 euro.
Nel Mid Cap tonfo di Banca Ifis (-18,6%) che conferma il trend sull’ottovolante degli ultimi tempi, con la banca che ne frattempo ha siglato un accordo nel factoring con Sga. Male doBank (-3,1%), mentre Cerved (+0,3%) tiene botta.
Tra le Small Cap lieve rosso per Banca Intermobiliare (-0,5%), che ha completato la cessione del proprio patrimonio immobiliare e dei crediti deteriorati e il cui cda ha approvato la relazione semestrale definitiva che ha evidenziato una perdita netta maggiore. Vola Conafi (+8,2%) in scia alla semestrale.