Nella nota di aggiornamento del Def è prevista, tra le altre misure, una rivisitazione della deducibilità fiscale degli interessi passivi per le banche. Da questo incremento della pressione fiscale sul settore del credito, l’esecutivo, secondo quanto riportato dalla stampa, si aspetta di recuperare 1 miliardo da destinare alle misure in cantiere.
Nello specifico, secondo indiscrezioni, la quota deducibile si ridurrebbe dall’attuale 100% all’86 per cento.
Inoltre, la deducibilità delle maggiori svalutazioni legate all’utilizzo del nuovo principio Ifrs9 riferite alle cosiddette perdite attese verrebbe spalmata su più anni.
Si ricorda che l’Ifrs9, entrato in vigore lo scorso 1° gennaio, prevede che gli istituti di credito, nel primo anno di applicazione, devono procedere con la svalutazione dei crediti basandosi sul concetto di “perdita attesa”, calcolata sulla stima di alcuni parametri. Ragion per cui le rettifiche su crediti aumentano ulteriormente, incorporando già quelle relative alla perdite certe.
Con la nuova manovra il Governo mira a rendere deducibili le maggiori svalutazioni non più nel solo arco di un anno ma in più anni (che potrebbero variare da due dieci per esempio). Nel caso estremo, i tempi per beneficiare della deducibilità potrebbero essere allungati anche di più.