A due settimane dalla propria nomina, il nuovo Ad di Carige, Fabio Innocenzi, scrive ai dipendenti per aggiornarli sulle prossime iniziative. L’agenda prevede la cessione del pacchetto di Utp da 400 milioni, il closing della cessione di Creditis e l’emissione di titoli subordinati Tier2 per un ammontare di circa 200 milioni al fine di ripristinare l’adeguato livello di capitale di livello 2.
Fabio Innocenzi, nuovo amministratore delegato di Carige, ha scritto una lettera ai dipendenti per delineare quali saranno le prime mosse che intraprenderà. Innocenzi ha spiegato, infatti, che vi sono alcune operazioni che vanno gestite con urgenza a causa di scadenze di calendario già previste. Tra queste l’annunciata cessione di Nexi, che doveva essere finalizzata entro il 30 settembre.
Le prime azioni nella lista saranno la dismissione del pacchetto di Utp da 400 milioni, la vendita della controllata Creditis e l’emissione di un nuovo prestito subordinato previsto dal Capital Plan.
Per quanto riguarda la vendita delle inadempienze probabili, la trattativa con Bain Capital è alle battute finali e l’operazione sarà chiusa entro il 15 ottobre.
Per Creditis lo scorso mese di dicembre era stata siglata una lettera preliminare con il fondo Chenavari che ha rilevato l’81% per 80 milioni, mentre la banca rimarrà presente con una quota del 19 per cento. Il closing è rallentato per il fatto che l’operazione, che si configura come cessione di un ramo d’azienda, prevede anche il passaggio al nuovo azionista di alcuni dipendenti per cui l’acquirente deve ricevere le autorizzazioni dalle autorità competenti.
Infine, l’operazione più delicata resta l’emissione del prestito subordinato che era stata tentata lo scorso mese di marzo ma che poi si era preferito rinviare per un’accoglienza non calda da parte del mercato. Ora, tuttavia, l’allargamento dello spread rende lo scenario ancora più sfidante.
Per Carige, tuttavia, emettere un quantitativo che va dal minimo di 150 milioni, ma che più plausibilmente potrebbe essere di circa 200 milioni, è fondamentale per ripristinare i livelli richiesti di capitale di Livello 2. Un’ipotesi per superare l’impasse nei tempi opportuni, cioè entro fine anno, nonostante il contesto dei mercati non favorevole, potrebbe essere quello di effettuare un private placement. In questo caso, secondo fonti di mercato, il tasso potrebbe anche assestarsi a un livello mid high single digit, mentre se emesso sul mercato rischierebbe di fissarsi a quota double digit.
Per il momento, invece, gli equilibri patrimoniali non richiedono un aumento di capitale visto che i livelli di capitale primario rispettano i paletti. Al 30 giugno, infatti, il Cet1 era pari all’11,9%, contro una richiesta Srep del 9,625% che, con l’aggiunta di alcuni buffer, arriva all’11,165 per cento.
“Inizia la seconda settimana insieme. In questo primo periodo vi voglio tenere aggiornati sulla mia agenda in modo da condividere le prime iniziative. La settimana scorsa purtroppo non sono riuscito ad occuparmi di operatività di banca, avendo dovuto fronteggiare gli eventi urgenti cui, come immaginavo, avrei dovuto dedicarmi nelle prime giornate”, si legge nella lettera, “abbiamo dovuto chiudere in fretta le operazioni che andavano finalizzate entro il 30 settembre e abbiamo dovuto esaminare le operazioni straordinarie sulle quali stiamo lavorando, in particolare la cessione di crediti Utp, la cessione di Creditis e l’emissione del subordinato, secondo quanto previsto dal Capital Plan”.
Innocenzi riferisce anche della posizione di Bankitalia: “Sono andato a Roma in Banca d’Italia con Modiano e Reichlin, dove ci è stato presentato un sentiero difficile ma siamo stati incoraggiati: anche in Bankitalia credono nella nostra banca”.
Il manager fornisce anche una spiegazione per l’andamento del titolo in Borsa, dove proprio ieri ha toccato il minimo assoluto a 0,006 euro, mentre oggi segna +1,6% a 0,0061 euro.
“Abbiamo avuto un andamento in Borsa molto difficile. In parte atteso perché riconducibile alla sistemazione dei pacchetti azionari che erano stati acquisiti nei giorni precedenti all’assemblea dei soci (scambi per circa il 10% del capitale). In parte inatteso e derivante dalla reazione dei mercati finanziari al provvedimento adottato dal Governo”, ha osservato Innocenzi.