Mattinata debole per le borse del Vecchio Continente, frenate dall’incertezza sui conti pubblici italiani e dall’andamento negativo dei futures di Wall Street. Intorno alle 11:50 il Ftse Mib flette dello 0,6%, nonostante la discreta tenuta dei bancari. In ribasso anche il Dax di Francoforte (-0,3%), il Ftse 100 di Londra (-1%) e il Cac 40 di Parigi (-1%) mentre l’Ibex 35 di Madrid (-0,1%) è sostanzialmente invariato.
Oltreoceano i derivati sui principali indici americani cedono all’incirca mezzo punto percentuale, appesantiti dal rialzo dei rendimenti obbligazionari e dalle ipotesi di un inasprimento della politica monetaria da parte della Federal Reserve. Una prospettiva rafforzata da alcune dichiarazioni di Jerome Powell e dai dati particolarmente positivi di ieri sui nuovi occupati nel settore privato e sull’attività economica non manifatturiera. Il tutto in attesa del job report di domani che potrebbe suggerire un surriscaldamento della prima economia mondiale e consolidare le ipotesi di più interventi restrittivi nel 2019.
Dinamica che contribuisce al rafforzamento del dollaro, in area 1,15 nei confronti dell’euro e a quota 114,3 yen, nonostante un lieve recupero della moneta unica e della valuta giapponese.
Sull’obbligazionario il rendimento del T-Bond ha superato il 3,2%, massimo dal 2011, riducendo l’appeal di altre asset class. In rialzo anche il tasso sul Bund, che supera lo 0,5% trascinando con sé tutti i governativi europei, compresi i Btp (decennale al 2,35%) che appaiono tuttavia muoversi più timidamente e di riflesso, mantenendo lo spread in area 282 punti base.
In Europa, invece, l’attenzione rimane sul tema dei conti pubblici italiani, con la nota di aggiornamento del Def che approda oggi in Parlamento dopo che ieri sera il governo ha comunicato i nuovi target per il rapporto deficit/Pil, confermato al 2,4% per il 2019 e sceso al 2,1% nel 2020 e all’1,8% nel 2021.
Tra le materie prime il petrolio consolida i massimi dal 2014 raggiunti in settimana, con Wti e Brent rispettivamente a 76,3 e 86,2 dollari al barile.
Tornando a Piazza Affari, tra le big cap resistono i bancari con BANCO BPM (+1,8%), BPER (+0,9%) e INTESA (+0,7%) fra i migliori mentre UNICREDIT (+0,1%) e MEDIOBANCA (+0,1%) scambiano poco mosse. In rialzo anche gli assicurativi GENERALI (+1,4%) e UNIPOL (+0,8%), così come POSTE ITALIANE (+1%) e TELECOM ITALIA (+1%).
Sottotono invece PIRELLI (-3,7%) nel giorno in cui scade l’impegno di lock-up da parte degli azionisti. Marco Tronchetti Provera & C., Fidim, Massimo Moratti e Finanziaria Alberto Pirelli hanno comunicato l’impegno a rimanere per tre anni nell’azionariato di Camfin, mentre Unicredit avvierà un confronto con i soci. In calo anche MONCLER (-3,2%) e le utilities A2A (-2,6%) e ITALGAS (-2,5%).