Retelit, uno dei principali operatori italiani di servizi dati e infrastrutture nel mercato delle telecomunicazioni che possiede una rete in fibra ottica lunga circa 12.500 chilometri, starebbe valutando di espandersi per linee esterne e guarda con interesse agli asset di BT Italia che può contare su un ampio portfolio di soluzioni che spaziano dal networking alla sicurezza, dal conferencing alla business mobility.
“C’è un processo di vendita di BT Italia, processo che mi risulta ancora a livello informale. Potremmo essere interessati”, ha detto Federico Protto, Ceo di Retelit, a margine del Digital Summit di EY a Capri. In generale “come abbiamo già raccontato, nel piano industriale ci sono opportunità per il consolidamento, stiamo guardando a potenziali target secondo tre tipologie diverse: la cybersecurity, operatori che hanno infrastruttura locale e operatori a livello nazionale con cui poter fare sinergie” come ad esempio BT.
Retelit è indirettamente interessata anche alla gara per l’assegnazione dei diritti d’uso delle frequenze per il 5G, che si è conclusa il 2 ottobre. L’ammontare totale delle offerte per le bande messe a gara ha raggiunto i 6,55 miliardi, superando di oltre 4 miliardi l’introito minimo fissato nella Legge di Bilancio.
Al momento, ha sottolineato Protto, “non abbiamo accordi con gli operatori vincitori della gara, visto che aspettavamo che venisse formalizzato il risultato dell’asta. Stiamo facendo delle sperimentazioni”. Noi, ricorda il Ceo “siamo degli abilitatori e, dunque, coinvolti nella catena del 5G che arriva al cliente finale”.