Il comparto bancario torna sotto pressione a Piazza Affari. Intorno alle 12:20 il Ftse Italia Banche segna un ribasso del 2,3%, dopo il tentativo rimbalzo effettuato nelle ultime due sedute.
L’andamento risente della nuova risalita dello spread Btp-Bund in area 285 pb (fonte Mts Markets) dopo che ieri era sceso sotto la soglia dei 280 pb. Il mercato continua ad essere preoccupato dei possibili effetti della manovra economica del Governo sulla tenuta dei conti pubblici, dopo la diffusione dei numeri.
I target fissati dall’esecutivo nella nota di aggiornamento al Def indicano una crescita del Pil delll’1,5% nel 2019, dell’1,6% nel 2020 e dell’1,4% nel 2021. Il rapporto deficit/Pil si attesterà al 2,4% nel 2019, per poi scendere al 2,1% nel 2020 e all’1,8% nel 2021. Il rapporto debito pubblico/Pil, infine, è previsto al 130,9% per l’anno in corso, al 130% per il 2019, al 128,1% per il 2020 e al 126,7% per il 2021.
Nel frattempo il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, aveva affermato: “Ora si apre la fase di confronto con la Commissione Europea, che potrà valutare le fondate ragioni della strategia di crescita del governo delineata dalla manovra”, augurandosi che il confronto rimanga “aperto e costruttivo”, tenendo conto delle reali esigenze di cittadini e imprese e del ruolo che svolgono le istituzioni. In questo dialogo il governo si presenta compatto e fiducioso”.
L’organismo europeo, che ha ricevuto una lettera da Tria, ha fatto presente che “la successiva valutazione formale comincerà con l’invio del documento programmatico di bilancio al più tardi il 15 ottobre 2018″.
Vendite su tutti i titoli del listino principale, con Intesa Sanpaolo (-2,8% a 2,11 euro), UniCredit (-2,5% a 12,28 euro), Banco Bpm (-2,1% a 1,98 euro), Bper (-1,4% a 3,68 euro), Ubi (-1,7% a 3,18 euro) e Mediobanca (-1,7% a 8,23 euro). Stesso copione sul Mid Cap con Credem (-1,9% a 5,59 euro), Popolare Sondrio (-1,7% a 3,22 euro), Creval (-3,2% a 0,10 euro) e Mps (-2,6% a 2,03 euro).